E così, dopo diciotto lunghissimi mesi, il Belgio pare possa tornare ad avere un governo nella pienezza delle proprie funzioni. L’accordo prevede maggiore autonomia delle regioni (Vallonia, Fiandre e Bruxelles) in ambito di fisco, sanità e protezione civile. In attesa che il paese giunga al suo esito “naturale”, la disintegrazione (che tale accordo potrà decisivamente contribuire a raggiungere), giunge al termine il capitolo della leggenda metropolitana che voleva il Belgio “prosperare” grazie all’assenza di un governo nella pienezza dei propri poteri.
Ovviamente, nulla di vero in ciò. Con il caretaker government di Yves Leterme (che andrà a fare il numero due dell’Ocse), il Belgio ha guidato un semestre europeo e partecipato ad un grande classico della ordinaria amministrazione, un’operazione militare guidata dalla Nato (in Libia). E ora? Ora il governo “pieno”, che verosimilmente nascerà il mese prossimo, si troverà a gestire gli effetti del rallentamento di Eurolandia, che dovrebbe sfociare in recessione conclamata nei prossimi mesi.
E poiché il Belgio è un piccolo paese apertissimo al commercio internazionale, con una economia che è una proxy di quelle tedesca e francese, il governo “pieno” si troverà con una recessione tra capo e collo. Oltre (ma forse questo onore spetterà ancora alla “ordinaria amministrazione”) a gestire la nazionalizzazione di Dexia, che qualche spiritoso ha già ribattezzato Toxia. Ah, e anche con il più che probabile downgrade da parte delle agenzie di rating, con Moody’s che ha già aperto le danze, segnalando la revisione per possibile declassamento del merito di credito, a causa dell’aumento dei rischi di funding di lungo termine per i sovrani dell’area euro con alti livelli di debito pubblico (come il Belgio), i rischi di deterioramento dei saldi di finanza pubblica a causa dei crescenti rischi di rallentamento della crescita economica, e le incertezze sull’impatto che il salvataggio del settore bancario (non solo di Dexia) eserciterà sui conti pubblici. Un vero peccato: senza governo le cose andavano così bene…
Tutte queste sciagure accadranno – ribadiamolo – in presenza di un governo nella pienezza delle proprie funzioni, e tanto basterà alle anime semplici per individuare l’ennesima inesistente causalità economica, come da noi ampiamente preconizzato. “I governi creano danni”, sentiremo e leggeremo. E’ questa expertise del commentariato politico-blogghereccio italiano la migliore garanzia per gestire i tempi difficili che ci attendono. Ne avevate mai dubitato?
Update – Noi no, ma dubitiamo robustamente di politici riciclati in spin doctor economicamente illetterati ma fervidi propalatori di fiabe ad uso dei gonzi.