Il mercato italiano del lavoro volge al peggio

Mentre siamo in trepida attesa di qualche titolo del Giornale che se la prenda con i gufi, i dati del mercato italiano del lavoro di settembre mostrano un netto deterioramento, con la disoccupazione che passa dall’8 all’8,3 per cento, e con l’occupazione che si contrae di 86.000 unità rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Di rilievo il fatto che il tasso di inattività, che è l’immagine speculare del participation rate americano, aumenta nel mese dello 0,1 per cento. Ciò significa che l’aumento della disoccupazione è frutto di un aumento secco del numero di quanti hanno perso il posto di lavoro dopo la pausa estiva, e non di un reingresso nella forza lavoro di persone che in precedenza ne erano fuori, magari per scoraggiamento. Nelle prime fasi delle riprese economiche (e non è questo il caso, s’intende), il tasso di disoccupazione tende ad aumentare perché l’ottimismo sulla ripresa induce molti a cercare attivamente un impiego, e ciò riduce il tasso di inattività ed aumenta temporaneamente quello di disoccupazione.

Il dato italiano di settembre, invece, sembra indicare che molte aziende non hanno riaperto dopo la pausa estiva. Se leggete questo sito con regolarità saprete che tutto era già stato ampiamente previsto. Il paese non cresce, o cresce meno del proprio già risicato potenziale, o più propriamente cade in recessione, e questo mette inevitabilmente pressione all’occupazione, con buona pace dei proclami della premiata ditta Sacconi & Mastrapasqua e delle loro liete novelle sul tiraggio di cassa integrazione. Quello che sta accadendo oggi, a nostro giudizio, è che le aziende che erano già in procedura di cassa straordinaria e in deroga stanno inesorabilmente giungendo al termine della propria esistenza, e licenziano. Peccato, però: proprio a settembre abbiamo avuto un boom senza precedenti della produzione industriale, ricordate? Che fosse un blip o un outlier, come lo chiamano gli anglosassoni? O più propriamente un problema di destagionalizzazione mal riuscita? Vai a saperlo.

Quello che invece sappiamo è che ci aspettano settimane e mesi durissimi, con mercati che stanno testando il doppio bluff della Ue e del “Contratto con gli europei” del governo italiano, e con quest’ultimo che presto o tardi tenterà di fare di tutta la popolazione lavorativa italiana un gigantesco serbatoio di contratti di apprendistato. Segnatevelo: eviterete di stupirvi quando accadrà. E peraltro, la leggendaria flexsecurity di cui da anni ci riempiamo la bocca pare che che costi un botto, perché prevede dei sussidi di disoccupazione. Questi sono i risultati, quando non si fanno riforme per tempo e ci si culla nell’illusione di uscirne meglio di altri.

Sostieni Phastidio!

Dona per contribuire ai costi di questo sito: lavoriamo per offrirti sempre maggiore qualità di contenuti e tecnologie d'avanguardia per una fruizione ottimale, da desktop e mobile.
Per donare con PayPal, clicca qui, non serve registrazione. Oppure, richiedi il codice IBAN. Vuoi usare la carta di credito o ricaricabile, in assoluta sicurezza? Ora puoi!

Scopri di più da Phastidio.net

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere

Condividi