Antidoping immediato per l’autore di questo titolo, che peraltro tradisce in misura non marginale la sostanziale correttezza del pezzo sottostante. Ad ogni buon conto, non c’è molto da rallegrarsi per un aumento delle retribuzioni nominali dell’1,7 per cento a settembre su base annua quando l’inflazione tendenziale italiana euro-armonizzata, nello stesso mese, è stata del 3,6 per cento. Con un complesso algoritmo, quindi, le retribuzioni contrattuali medie reali italiane, nell’ultimo anno, hanno perso quasi due punti percentuali. Quello che il pezzo del Giornale non vi segnala, però, è che a settembre i mesi di attesa per i lavoratori con contratto nazionale scaduto erano ben 21,4, in deciso aumento rispetto ai 12 mesi di settembre 2010. Noi italiani saremmo anche geniali ma è l’ignoranza che ci frega, soprattutto quando sposa la malafede politica. Alla faccia dei gufi. E soprattutto degli allocchi.
L’illusione monetaria dei titolisti del Giornale
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