Qui sotto, in tutta la sua magnificenza, lo spread sul decennale tra Francia e Germania. C’è bisogno di commentare? Forse si, la morale è che la Germania è ben avviata a distruggere tutta l’Eurozona, a suon di squilibri. Oppure, se proprio non volete dare la croce addosso ai tedeschi, l’Eurozona proprio non riesce a tenere il passo della Germania.
Oggi persino i titoli di stato olandesi (oltre a quelli finlandesi, udite, udite) beccano pesantemente dai Bund: 30 centesimi sul triennale, 10 sul decennale. Se poi aggiungete che non passa giorno senza che un tedesco si lanci in vaticini di morte, il quadro è completo. La perla di oggi è stata offerta da Peter Bofinger, membro del Consiglio tedesco degli esperti economici (ci dicono di ispirazione keynesiana, meno male) che ha scolpito che la situazione del debito italiano “sta diventando davvero seria, credo che ci stiamo avvicinando ad una sorta di crisi sistemica che ricorda il 2008”.
A questo punto, diventa davvero difficile capire perché censurare le agenzie di rating. Un giorno qualcuno dovrà prendersi la briga di misurare di quanto le dichiarazioni di politici e tecnocrati tedeschi hanno spostato il mercato nell’ultimo anno e mezzo. E riabilitare Moody’s e sorelle.
