Il difensore civico de noantri

Non più un difensore civico ma uno sportello “terzo e indipendente” dal Campidoglio per tutelare i diritti dei cittadini-consumatori. A Roma tramonta l’era di un organismo dell’amministrazione a cui chiedere risarcimenti o semplicemente avere lumi su eventuali diritti e disagi. Oggi è stato firmato un protocollo d’intesa tra l’amministrazione capitolina, alcune società controllate e il Codacons per l’istituzione di uno sportello al quale il cittadino può rivolgersi, “il primo esempio italiano di difensore civico associazionistico con un’amministrazione” ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Trattandosi di Roma, la cosa andrebbe commentata con un’espressione caratteristica e molto pregnante.

Il protocollo, in vigore fino al 31 dicembre 2012, coinvolge anche Acea, Ama, Atac, Risorse per Roma e Aequa Roma: tra gli obiettivi anche la creazione di una banca dati di segnalazioni e reclami e, in generale, il miglioramento dei rapporti tra cittadino e amministrazione in una logica nuova grazie alla quale chi ha un problema sa che avrà una risposta da un organismo presente e vigile. Sostiene Alemanno:

«Non abbiamo nulla da nascondere e se c’è qualcosa che non funziona ci vogliamo confrontare con i cittadini e vedere il modo migliore per risolvere i problemi e se sono stati violati dei diritti è giusto che il cittadino abbia un luogo dove poter protestare per farsi sentire. Prima c’era il difensore civico, presente anche nel Comune di Roma ma nessuno ne ha mai sentito parlare, non ha dato segnali di vita e quindi abbiamo deciso di abolirlo»

Le domande sorgono spontanee: perché, prima di oggi, l’ufficio del Difensore Civico era invisibile? Perché, dando l’appalto agli intrepidi di Codacons, dovrebbe quindi diventare visibile? Altra domanda: chi paga il costo di questo outsourcing istituzionale, il comune di Roma o altri?  Non esisteva modo di usare professionalità realmente “terze ed indipendenti” (magistrati, ad esempio), anziché un movimento di sedicente difesa dei consumatori molto autoreferenziale?

E soprattutto: quando finiremo, in questo paese, di realizzare queste forme di “privatizzazione sociale” che sono inzeppate di conflitti d’interesse? Un corso di liberalismo, a queste termiti della destra sociale, riusciremo mai a farlo?

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