Dopo la seconda asta LTRO triennale, i rendimenti dei titoli di stato italiani tornano indietro nel tempo, fino a ottobre 2010. Qui sotto il grafico settimanale dei rendimenti del Btp quinquennale. Siamo tornati dall’inferno ma la situazione resta estremamente fragile: le banche italiane stanno di fatto realizzando una scommessa “a leva” sul rischio sovrano del paese, secondo una riedizione agli steroidi di quella dinamica che ha portato il nostro sistema bancario sull’orlo del collasso dopo gli stress test dell’EBA.
E senza dimenticare che la nostra crescita nominale sarà quest’anno nulla o solo debolmente positiva (fatti due conti: contrazione reale del 2 per cento, inflazione del 3 fanno un Pil nominale in crescita dell’1 per cento). Quindi il costo del nuovo debito, anche in queste condizioni eccezionali di sostegno, dovrebbe rimanere superiore alla crescita nominale del paese, e per ciò stesso è destinato a deteriorare il saldo primario di finanza pubblica.
Quindi diciamo che è finito il primo tempo, che siamo tornati dall’inferno ma che non siamo affatto salvi. Anzi: che il nostro “sistema-sovrano” (cioè sistema bancario e finanza pubblica) ora reca in sé i germi della propria autodistruzione, se il paese non dovesse riuscire a tornare alla crescita, o se il sostegno esterno della Bce venisse meno.
