Ipotizziamo, e non certo per assurdo, che la recessione europea non sia affatto mild, lieve, come invece si ostinano ad affermare gli eurocrati e la Banca centrale europea, forse perché non hanno ancora fatto girare i propri modelli econometrici con dati aggiornati. Di certo, i dati di produzione industriale oscillano, a seconda dei paesi, da pessimi a terribili. Condizioni non realmente differenti riguardano il settore dei servizi. Consumi fermi o in contrazione, esportazioni nette che languono.
Non serve essere dei geni per intuire che simili condizioni portano con sé un crollo del gettito d’imposta. Questo significa sforamenti delle previsioni di rapporto deficit-Pil. Che accadrà, quando questo diverrà evidente (lo è anche ora, ma fingiamo che non lo sia)? Qualcuno alzerà il ditino dicendo che servono nuovi tagli, perché in questo modo sarà possibile fare ritornare la “fiducia” e quindi la crescita? Leggeremo di accuse di lassismo fiscale e scarsa produttività ai paesi “colpevoli” (tutti, probabilmente)? Che faranno i governi, posti di fronte al crollo del gettito e non potendo/volendo aumentare oltre imposte dirette ed indirette? Passeranno alle patrimoniali su immobili ed attività finanziarie, come sta facendo il nostro paese? E che accadrebbe se la Cina dovesse andare incontro ad un hard landing o se vi fosse un’attacco all’Iran, con prezzi del greggio alle stelle, le due spade di Damocle che oggi incombono sull’economia mondiale?
La Bce continuerà a narrare la fiaba di Fata Fiducia, chiedendo di serrare il Fiscal Compact, così ne usciremo presto e bene? Che accadrà se, spaventati dal nuovo avvitamento della situazione, gli investitori esteri decidessero di darsela nuovamente a gambe, e le banche dell’Eurozona fossero nuovamente costrette a sbarazzarsi dei titoli di stato comprati con la liquidità avuta in prestito dalla Bce? Che farà, in tale ipotesi, quest’ultima? Verrà autorizzata a comprare direttamente titoli di stato all’emissione o a prestare al fondo salvastati, trasformato in banca, per mettere a leva la micragnosa dotazione di fondi europei? Ma soprattutto, per quanto tempo le democrazie europee potranno reggere a questo gioco al massacro fatto di disoccupazione che provoca strette fiscali che provocano nuova disoccupazione?
Ma soprattutto, dove potremo rifugiarci per disertare da questa guerra contro noi stessi fortemente voluta dal Quarto Reich?
Update – L’Eurogruppo insiste: serve un avanzo primario del 5 per cento ben oltre il 2013. E se la crisi peggiora? Tagliate ancora. Scoperta una terapia infallibile per l’anoressia: la dieta.