Se potessi avere cento euro al mese

Intervistato dal vice direttore del Sole, Fabrizio Forquet, il sindaco di Firenze e candidato alle primarie del centrosinistra, Matteo Renzi, rilancia una proposta elettorale assai poco realizzabile, oltre che del tutto incoerente, ma che ha il grande vantaggio di essere immediatamente “sloganizzabile”, secondo canoni di comunicazione politica che ci sono ben noti.

La proposta è quella di mettere in busta paga 100 euro in più al mese a chi guadagna meno di 2.000 euro al mese, da attuare attraverso una rimodulazione alle detrazioni d’imposta, quindi beneficiando lavoratori dipendenti e pensionati. Già questo messaggio è inequivocabilmente molto popolare. Renzi lo presenta come “riduzione del cuneo fiscale”. Ciò che lascia perplessi sono (come poteva essere altrimenti?) le modalità di copertura di una misura che costerebbe 20 miliardi. Come spesso accade nei programmi elettorali, le coperture si trovano tagliando qualche voce di spesa non particolarmente popolare, e solo nel caso di effetti speciali si usa un bel foglio excel con le simulazioni che mostrano come vien giù bene il rapporto defict-Pil e debito-Pil.

Ecco quindi che Renzi propone di “tagliare del 15 per cento la spesa intermediata dalle pubbliche amministrazioni”. Abbiamo il sospetto che, con questa espressione, Renzi si riferisca in realtà ai “consumi intermedi” della pubblica amministrazione. E fin qui, nulla quaestio. Nel senso che ognuno può fantasticare di tagliare i consumi intermedi della P.A. della cifra che preferisce, ma poi è la realtà ad incaricarsi di smentire. Ma ancora più problematica è la seconda fonte di copertura: “intervenendo anche su una parte dei contributi alle imprese, secondo il modello Giavazzi”. Il problema è che il “modello Giavazzi” suggerisce una compensazione in cui, a tagli dei contributi alle imprese, corrispondono tagli delle imposte pagate dalle imprese medesime. Pensare, come fa Renzi, di tagliare i sussidi alle imprese per ridurre le imposte ai lavoratori è cosa che potrebbe piacere molto a Paolo Ferrero, ma che ha assai scarsa possibilità di realizzarsi.

Ciò che conta, però, è lo slogan “cento euro al mese in tasca in più”, il resto seguirà. O meglio, non seguirà ma quello resta un dettaglio. Se la proposta renziana di rilancio immediato del reddito (e dei consumi) delle famiglie è questa, di innovativo vediamo assai poco, sia sul piano delle ricette di policy che su quello della comunicazione politica.

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