Dopo la riconferma di Barack Obama alla Casa Bianca, la realtà bussa (anzi, picchia i pugni) sulla porta: mercati azionari in picchiata sul timore del fiscal cliff, la stretta fiscale automatica che a Capodanno farà la festa all’America ed al mondo e che promette una stretta al Pil Usa dell’ordine del 4 per cento (ma verrà evitato, anche se non completamente, tranquilli). E le agenzie di rating, che segnalano (oggi con Fitch) che, se non si neutralizza il fiscal cliff, se il tetto legale allo stock di debito federale non verrà innalzato in modo tempestivo e se non si metterà in pista un percorso di risanamento fiscale, l’America perderà la seconda tripla A, dopo quella che S&P le ha strappato dal petto nell’estate del 2011, peraltro senza danni al costo del debito, che anzi da allora è addirittura diminuito.
A questo punto, attendiamo fiduciosi i primi genietti (con elevata probabilità italiani) che sentenzieranno:
- Che i mercati sono spaventati dalla rielezione di Obama;
- Che le agenzie di rating si sono riunite in un fumoso appartamento di Manhattan ed hanno deciso di affondare l’America, così come in passato hanno fatto con l’Europa.
Solo che, nel caso dell’Europa, il killeraggio (come dicono i nostri cospirazionisti da bocciofila) è avvenuto su ordine americano, mentre da oggi cerchiamo ufficialmente gli omini verdi che vogliono distruggere l’America.
