A conferma del fatto che in Italia contano i simboli e non la sostanza, e che questo dettaglio resta alla base della nostra miserrima condizione e del nostro ancor più gramo destino, oggi vi diamo conto della certificazione di purezza ideologica che la boss della Cgil, Susanna Camusso, ha dato di almeno una delle misure renziane. Non conta essere, né avere, bensì apparire. Siamo nella società dell’immagine, dopo tutto.
Oggi ad Agorà, Camusso ha sentenziato che l’operazione di restituzione fiscale ed il taglio Irap finanziato con l’aumento di imposizione su alcuni redditi di capitale “sono delle cose che non possiamo che giudicare quantomeno molto progressiste”. Ora, a parte il conflitto tra “quantomeno” e “molto“, ricordiamo alla signora Camusso l’esempio che a tutti i nostri Cari Leader continua a sfuggire: è di sinistra lasciare invariata al 12,5% la tassazione di una persona che incassa cedole su alcuni milioni di euro investiti in titoli di stato e massacrare invece a più del doppio un deposito bancario da 10.000, 20.000 o anche 100.000 euro?
Alla Camusso proprio non passa per la mente che, se queste sono le basi cognitive, non ci si deve stupire della bancarotta, intellettuale prima che economica, della nostra cosiddetta sinistra? Cara Camusso (e non solo), “di sinistra” è mettere i redditi di capitale in dichiarazione dei redditi, e tassarli ad aliquota marginale, con franchigia, compensazione tra debiti e crediti ed eliminazione di distinzioni tra tipologie di redditi. Invece operazioni discriminanti e discriminatorie come quella che Renzi si accinge a fare sono solo una ottusa scimmiottatura di politiche “di sinistra”, e tali ottusità (che è soprattutto cinismo e conoscenza dell’altrui ignoranza) servono ad accumulare punti-fragola da spendere poi al supermercato delle vacche, quello in cui si decidono tutti i danni da infliggere al paese. Ma il tempo è e resta galantuomo, anche in un paese di magliari come questo.
Nel frattempo, riguardo le coperture, è iniziata la disputa. Se da un lato abbiamo Renato Brunetta che ha toppato clamorosamente i calcoli, e che immaginiamo non troverà modo di scusarsi per una simile tranvata, dall’altro abbiamo il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, secondo il quale le coperture sarebbero comunque sbagliate, ma per altri motivi:
«(…) Molti dubbi nutro, invece, sui numeri relativi alle rendite finanziarie, la cifra data da Chigi di 2,6 mld è errata, sarà stata la fretta della conferenza stampa, succede. Soprattutto se, come pare, si fa riferimento al gettito escludendo i Titoli di Stato. Da un approfondimento della commissione Bilancio infatti emerge che, calcolando le rendite finanziarie non si andrebbe oltre un gettito di 1,4 mld. In ogni caso, se si vogliono aumentare le rendite finanziarie, va cancellata, nello stesso tempo, l’intollerabile patrimoniale esistente oggi sui conti titoli. Certamente, sulla riduzione delle imposte il Parlamento farà la sua parte» (Ansa, 13 marzo 2014)
Dovete decidervi, signori: al momento, l’unica cosa “di sinistra” in questo paese, è non saper far di conto ed essere assolutamente analfabeti in materia di equità dell’imposizione fiscale.