Dopo la pillola di questa mattina, è d’uopo la versione estesa:
Inviando a Tsipras le «congratulazioni per una vittoria netta», Serracchiani ricorda al nuovo Governo greco che «grazie al lavoro svolto durante il semestre europeo sono stati conseguiti risultati importanti, anche per la Grecia, come il quantitative easing, il piano Juncker, la parità euro-dollaro e soprattutto un approccio più flessibile ai tempi di rientro dal debito»
Ma sia chiaro che questa di Debora Serracchiani è una lettura del tutto parziale e gravemente riduttiva dell’azione del governo Renzi.
Non solo Draghi che attua le indicazioni di Palazzo Chigi; non solo il piano Juncker con i soldi del Monopoli e senza la carta “Vai in prigione”; non solo la parità euro-dollaro (sarebbe 1,12 ma occorre calcolare Iva ed accise sul cambio, notoriamente); non solo l’approccio più flessibile ai tempi di rientro dal debito, con l’invalicabile tetto del 3% del deficit-Pil assoluto. Dove lo mettiamo, fuori dall’euro, il dimezzamento del prezzo del greggio? E il sole, che continua a sorgere ogni mattina malgrado i burocrati e l’austerità, per il bene dei nostri figli e della bellezza? Vogliamo negare questo clamoroso risultato del semestre europeo dell’Italia?
In attesa che il governo italiano sia meno sciatto (o modesto) sulle realizzazioni della sua presidenza europea, nel Pd è già all’opera un gruppo di lavoro per adattare alla realtà italiana questo meraviglioso sito americano. E allora, non ce ne sarà più per nessuno. Nel frattempo, ricordate: è Renzi che traccia il solco.