Ultima perla (ma solo in ordine cronologico, tranquilli) dell’ormai noto analfabetismo fiscale (ma anche tout court) che caratterizza i “vertici” del Partito democratico. Qui vedete all’opera Paola De Micheli, sottosegretario all’Economia (che il Signore o chi per esso ci aiuti, anche se dubitiamo che De Micheli abbia fatto molto più che ascoltare e memorizzare le sciocchezze altrui), che spiega come il governo abbia “aggredito la rendita finanziaria”.
Alla successiva obiezione di Stefano Feltri, che chiede se “rendita finanziaria” e “risparmio” siano ormai divenuti sinonimi (spoiler: col governo Renzi, si, lo sono divenuti), la De Micheli spara un bel “ma non sul risparmio dell’anziano”. Ma certo, anzi vi forniamo uno scoop: non solo è stato risparmiato l’anziano, ma anche i giovani, i soggetti di mezza età ed i miliardari: a patto che posseggano titoli di stato. Del resto, lo sapevamo già: era stato il “capo” della De Micheli a via XX Settembre a dirci che i titoli di stato non sono “ricchezza”, quindi possiamo considerarli anche “non-rendita”. O forse alla De Micheli hanno detto che la tassazione del risparmio avviene su base anagrafica? Perché ci sono anche anziani ricchi. Lo sapeva, De Micheli?
Ci vuole pazienza, loro sono lo schieramento “progressista”. Termine che pare ormai divenuto sinonimo di ignoranza. O forse era malafede. Anzi no, si dice non-buonafede. Su un punto la De Micheli ha certamente ragione: questa è un’aggressione. Al senso comune, alla logica ed alla lingua italiana. Poi non dite che questo governo non sta facendo la rivoluzione.
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(Grazie a Luciano Capone, per lo spunto ed il chop)