Durante il fine settimana, gli svizzeri hanno bocciato a schiacciante maggioranza la proposta referendaria di rendere esentasse gli assegni erogati dai datori di lavoro e destinati al mantenimento dei figli e quelli per la formazione. Quello che lascia basiti, da questo lato del confine, sono le motivazioni del fronte del no. Ennesima conferma che gli svizzeri sono degli alieni planati sulla terra ed insediatisi nel cuore dell’Europa.
L’iniziativa aveva tutto per essere allettante, incluso il titolo. Ma le argomentazioni dei contrari sono risultate esemplari. Ad esempio, che la detassazione totale degli assegni per i figli e quelli di formazione sarebbe risultata regressiva, aumentando maggiormente il reddito disponibile dopo le imposte per i soggetti con aliquote marginali più alte. Sulla bocciatura avrebbe influito anche il clima di incertezza che avvolge la Confederazione dopo l’abbandono del cambio massimo contro euro ed i timori su come finanziare il buco di gettito, stimato in un miliardo di franchi, che la vittoria del si avrebbe comportato. Perché pare che in Svizzera la spesa pubblica non sia una bestemmia, grazie al feroce controllo sociale sul suo utilizzo.
Ora, provate anche solo ad immaginare (è impossibile, lo sappiamo, ma fate comunque uno sforzo) un contesto del genere in Italia: votare su materie fiscali, e farlo avendo un elettorato che riesce a pensare alle compatibilità di bilancio pubblico. Vi vengono le vertigini? A noi si. Qui siamo di fronte realmente a degli extraterrestri, che votano anche sulla conformazione della curva delle aliquote Irpef, scaglione per scaglione. Da noi, e non solo da noi, avremmo spettacolari rese dei conti tra gruppi sociali, espropri fiscali indotti dalla forza dei numeri della “democrazia”, fantasiose argomentazioni sull'”affamare la bestia”, creando a mezzo taglio di tasse voragini di bilancio che porterebbero magicamente ai tagli di spesa pubblica (certo, come no).
Oltre ad immancabili invocazioni alla sovranità fiscale prima ancora che a quella monetaria: “facciamo deficit che sarà coperto dalla imponente crescita indotta da queste misure. Nessuno straniero si può azzardare a contestarci queste scelte. Siamo sovrani!”. Piccoli e grandi arruffapopolo da balcone impegnati sui media a magnificare il taglio delle tasse, o a cercare di “stanare” i ricchi, a cui verrebbe assegnata la presunzione di colpevolezza. E, in fondo alla strada, una bella guerra civile, preceduta da furiosa monetizzazione del deficit da parte della banca centrale. Ganzo, no? Per fortuna non siamo noiosi e quadrati come gli svizzeri.