Hollande, antichi sussidi contro vecchia disoccupazione

Presentato dal presidente francese François Hollande un piano “straordinario” per spingere l’occupazione e contrastare la disoccupazione, soprattutto quella di lunga durata. Nulla di rivoluzionario, molto “lavoro di cacciavite”, come avremmo detto da noi, una abituale astuzia statistica. E una copertura finanziaria annunciata che appare assai poco renziana.

In sintesi, è previsto un piano di formazione di 400-500 ore per 500.000 disoccupati di lunga durata per i “mestieri di domani”, cioè transizione energetica, economia digitale, servizi alla persona. Interessante il fatto che i fruitori di questo intervento usciranno dalle statistiche dei disoccupati. Le elezioni si avvicinano, del resto, e non si deve essere troppo schizzinosi e del resto non vi è nulla di inedito in una simile iniziativa. Altra misura è relativa ai sussidi all’apprendistato, che non riesce a decollare.

Vi è poi il capitolo dei sussidi alle nuove assunzioni nelle piccole e medie imprese, ad integrazione dello “small business act” presentato lo scorso giugno. Sotto il piano, immediatamente esecutivo, le aziende con meno di 250 dipendenti riceveranno un contributo di 2.000 euro per l’assunzione di giovani e disoccupati con contratti di durata non inferiore a sei mesi e con salari sotto 1,3 volte il salario minimo. Dopo due anni, il sussidio diverrà permanente a mezzo di corrispondente decontribuzione. Notare la differenza con il Jobs Act italiano, che punta (più correttamente, almeno in linea di principio) a ridurre le forme di precariato. Che poi ci stia riuscendo, osservando l’incidenza e la dinamica di lavoro a tempo determinato e -soprattutto- l’esplosione dei voucher, è altro discorso.

Il governo francese punta poi a modificare il tetto massimo delle indennità in caso di licenziamento illegittimo, rimuovendo la differenziazione per dimensione d’impresa, introdotto dalla legge Macron di liberalizzazione del mercato del lavoro e che la corte costituzionale ha censurato come discriminatorio. Da ultimo, il governo francese ha annunciato un prossimo piano di grandi lavori pubblici per rinnovo degli edifici e sviluppo delle energie rinnovabili. Resta da capire con quale copertura.

Per le misure immediatamente esecutive, quantificate in 2 miliardi di euro, la copertura verrà da tagli di spesa. Non sappiamo se andrà effettivamente così o se alla fine il governo francese porrà la Germania e la Ue davanti al fatto compiuto, allargando le braccia. Forse meglio così che i proclami renziani sulla “flessibilità migranti” che andava a finanziare lo sgravio Ires. Ma alla fine, l’esito potrebbe essere non particolarmente differente.

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