Eurodivorzi tra specie consenzienti

Proseguendo nel lodevole scopo di comprendere e divulgare la politica economica di un eventuale governo grillino, il Sole tratta il tema del rapporto con Ue ed euro. Uscire dalla moneta unica e restare ìn Ue? Possibile, almeno a giudicare dalle ultime prese di posizione dei cittadini-portavoce, intenti ad armeggiare con il kit del piccolo chimico. Se non avete di meglio da fare, venite con noi in questi quattro passi nella psichedelia.

Secondo Carlo Sibilia, uno dei nostri cabarettisti preferiti membri del Direttorio, un governo pentastellato lancerebbe un referendum consultivo sulla permanenza nella moneta unica, facendo leva sugli articoli dal 139 al 144 del TFUE, che disciplina i rapporti con i paesi “in deroga”, cioè quelli privi dell’euro. Sfortunatamente, questi articoli servono a disciplinare i rapporti con paesi che hanno l’opt-out dall’euro, oltre a quelli che stanno convergendo verso di esso e quelli come la Svezia, che non intendono entrare e come tali perpetuano la finzione di non avere i requisiti di convergenza. Tutto ciò nulla c’entra con una fuoriuscita, che è e resta terra incognita, per deliberata scelta dei “costituenti” europei.

Ovviamente, nessun grillino vi dirà mai che un referendum di questo tipo, in caso di vittoria dei sì, non varrebbe la carta su cui il Viminale comunicherebbe il risultato finale, oltre a creare “lievi” pressioni speculative. Ma questi sono dettagli. Sempre secondo Sibilia, è sbagliato identificare l’euro con l’Europa, il che è verissimo. Poi il membro del Direttorio si esibisce in una performance da paragnosta, prevedendo che “non ci saranno tragedie” se abbandoneremo l’euro. Perché il M5S, ci informa sempre Sibilia, “è per l’Europa della condivisione”, “dove gli stati si aiutino tra loro”. Improvvisamente, ecco dardeggiare l’illuminazione:

«L’eurobond, mettere in comune il debito, vuol dire più Europa»

Ecco, giusto. Poiché con l’euro gli altri paesi non vogliono pagare il nostro debito, meglio uscire dalla moneta unica e lavorare per arrivare alla condivisione sovranazionale del debito. Non fa una piega. Poi Sibilia, noto esperto di cospirazioni planetarie ed interplanetarie, dice basta alla schiavitù del debito:

«L’Italia è strozzata da un debito pubblico a quota 2.200 miliardi. Non possiamo accettare che continui ad aumentare all’infinito perché lo dobbiamo a un gruppo di banche private che possono acquistare titoli di Stato»

Qui Sibilia si ricorda di essere un seguace della teoria signoraggista, e di conseguenza se la prende con la Bce, che sarebbe

«[…] un privato che decide la quantità di euro che circola: la cessione è di fatto un prestito agli Stati a zero tassazione per i privati che la emettono»

Aspetta, Carletto: la Bce (che non è un privato ma transeat) decide la quantità di euro emessi dalle banche private? Siamo in corto circuito, ti è saltato il microchip sottopelle? A parte ciò, per risolvere il problema serve “ripubblicizzare” la Banca d’Italia e farla tornare “prestatore di ultima istanza”. Peccato che questo concetto sia riferito alla banca centrale che presta alle banche commerciali, e con esso non si intenda quindi che la banca centrale stampa moneta e la distribuisce calda e fragrante al forno al mattino presto, gratis. Se invece decidessimo di trattare i grillini autori di questa proposta come soggetti mentalmente normodotati e tentassimo di tradurre questo abracadabra con un più tranquillo “la banca centrale procederebbe alla monetizzazione del deficit pubblico”, dovremmo anche ammettere che questa proposta ci porterebbe a prima del divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, nel 1981, ed anche oltre, in realtà. Prendiamo per buono anche questo, e procediamo. Con Bankitalia “ripubblicizzata”, come scrive l’autrice del pezzo,

«Gli interessi richiesti, insieme all’avanzo primario positivo – è la tesi – consentirebbero ai tassi di restare sotto controllo e di tenere a bada il panico da spread. Il resto lo farebbe la ripresa»

Ma benedetti figlioli, se state monetizzando il deficit, per quale motivo dovreste puntare ad avere anche un avanzo primario, che infligge sofferenze alla ‘ggente? Già che ci siete, monetizzate tutto e non pensiamoci più, no? O forse è la giornalista del Sole che non ha capito, chissà. Anche perché “tenere sotto i controllo i tassi” a mezzo di monetizzazione è piuttosto eroica, come ipotesi. I tassi tendono ad essere animaletti piuttosto esigenti, per la verità.

In sintesi: referendum consultivo; uscita dall’euro per puntare a farci pagare il debito dagli altri stati Ue, di cui continueremmo ad essere parte; Banca d’Italia che monetizza il deficit, anche per mettere fuori mercato le odiose banche private che creano moneta, e vissero tutti felici e contenti. Tutti tranne Sibilia, che giustamente si è irritato perché lo abbiamo erroneamente accreditato di essere un seguace della teoria delle scie chimiche. In realtà lui è quello per il quale lo sbarco sulla luna non è mai avvenuto, e quello che voleva disciplinare il matrimonio di gruppo e le nozze tra specie animali differenti, “purché consenzienti”. E molto, molto altro. A questo punto a noi sorge il dubbio: ma non è che Sibilia è un infiltrato (dal Bilderberg, ovviamente) per fare apparire il M5S come un club di sniffatori di trielina? Ah, saperlo.

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