Un paio di notiziole che danno la misura dello stato confusionale in cui si dibatte la politica italiana, e di conseguenza che si abbattono sui portafogli dei contribuenti italiani. Ieri, in audizione parlamentare, il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha confermato che il governo italiano ha una meravigliosa idea in mente: quella di diventare improvvisamente liberista e battersi contro una forma di protezionismo generata dalla Ue.
Pare che la Commissione europea presenterà a giugno le nuove linee guida per chiarire come i proprietari europei debbano esercitare “l’effettivo controllo” sui vettori aerei, ma che non abbia ancora deciso se l’attuale legislazione, che prescrive che eventuali soci extra comunitari non possano avere la maggioranza assoluta delle compagnie aeree, sarà modificata. Delrio ha quindi precisato la posizione italiana:
«Tutte le discussioni numerose che abbiamo fatto con la Commissaria ai trasporti e gli altri miei colleghi, vanno a cercare di capire che questa soglia è ormai anacronistica, obsoleta, però la revisione si farà a livello europeo ed è, probabilmente, una delle proposte della commissaria». Il tema del 49%, conclude il ministro, «rappresenta ovviamente anche un limite per l’investitore straniero nel mettere denaro nella compagnia perché proporzionatamente devono metterlo anche gli altri» (Ansa, 16 maggio 2017)
Ben detto, perbacco! Basta con questo euro-protezionismo, che impedisce ad investitori extracomunitari di prendere il controllo di compagnie aeree europee! Perché lo sappiamo tutti: se questo limite non esistesse, Alitalia si sarebbe già accasata con un principe arabo o asiatico, dotato di tasche molto profonde, giusto? Questa cosa ricorda un po’ la fiaba dell’euro, quando si afferma che se potessimo stampare tutta la moneta che ci serve, non saremmo messi così male. Certo, certo.
Nelle stesse ore di ieri, la Camera approvava una serie di mozioni su iniziative volte all’estensione dei poteri speciali del Governo in materia di salvaguardia degli assetti proprietari delle aziende strategiche (il cosiddetto «golden power»). Tra gli impegni assunti (contenuti nelle mozioni del Pd e di Ap) vi è quello di estendere l’esercizio dei poteri speciali anche alle società operanti nel settore finanziario, mentre oggi i poteri speciali applicabili solo ai settori difesa e sicurezza, energia, telecomunicazioni e trasporti (trasporti, capite?). Parere favorevole da parte del governo attraverso il viceministro dell’Economia, Enrico Morando.
Quindi, in sintesi: basta con l’europrotezionismo, lasciate che gli arabi vengano a noi! Ma anche lotta senza quartiere alle “scorribande” straniere sulle imprese tricolori, che sono praticamente tutte strategiche, e pertanto il governo deve vigilare. Un paese di liberisti ad ali alterne, in pratica. Gli stessi che si spellano le mani quando Emmanuel Macron va a Berlino a chiedere ad Angela Merkel “più protezione per il lavoro europeo”, al grido “facciamo come Macron!”, e prima ancora era “viva Trump, che protegge il lavoro americano!”, e contemporaneamente mandiamo il nostro premier a Pechino, per cercare di intercettare un po’ di investimenti cinesi nel quadro dell’operazione Belt and Road. Viviamo tempi complessi, e fare pace col proprio cervello oltre che con i propri gemelli sta diventando per l’Italia priorità assoluta.