Ieri, chi avesse visto l’intervista di Susanna Camusso a Lucia Annunziata, a “Mezz’ora in più“, oltre al preponderante tempo di parola lasciato alla segretaria Cgil rispetto a Carlo Cottarelli, presente da remoto, e la dichiarata “solidarietà di genere” che porta Annunziata a rivolgersi a Camusso chiamandola “Susanna” (perché ormai la solidarietà di genere dilaga, in ogni minuto aspetto della quotidianità, come noto), ha potuto ascoltare alcune “proposte”. Quella della patrimoniale, come sempre, è il jingle che accompagna ogni pronuncia della nostra sinistra-sinistra, quindi non ci soffermeremo su di essa. Parliamo invece di una considerazione sulle coperture di altro intervento di welfare pensionistico.
Parliamo della pensione minima per i giovani, per proteggerli da carriere discontinue frutto di precariato. Questa proposta era stata avanzata tempo addietro, ed ora Camusso torna alla carica, inserendola tra quelle necessarie, anche per non farsi accusare di pensare solo ai pensionati. Ovviamente, una misura del genere avrebbe un costo, che temiamo risulterebbe molto elevato. Ma non temete, “Susanna” ha pronta la soluzione. Inutile mettersi a strologare sui costi futuri, quando c’è un’emergenza sociale in corso.
«Oggi non costa, costa tra 15 anni»
Come abbiamo fatto a non pensarci prima? I costi futuri sono una fisima capitalista e hobbesiana, questa sarebbe una riforma democratica e di civiltà. Quando l’esborso si materializzerà, ci penseremo. Magari con una bella patrimoniale, che si sommerà a tutte le altre, nel frattempo proposte per curare i mali d’Italia. Con tutte queste fanfaluche sul valore attuale degli impegni di spesa pubblica, qui si sta castrando il riformismo forte progressista, lasciando il Paese in balìa della destra e dei demagoghi che vogliono stampare moneta.
Gettate anche voi il cuore oltre l’ostacolo, spostate la nuova spesa pubblica tra quindici, vent’anni ed oltre: vedrete che le vostre prospettive cambieranno radicalmente.