Da questo pomeriggio il mio account Twitter risulta sospeso. Premetto che non ho ricevuto alcuna comunicazione a motivare quanto accaduto, né ho idea di quale colpa possa essermi macchiato. Ho avviato la procedura di “appello”, come la chiamano loro, che deve essere realizzata rigorosamente in inglese (poco male), ma la cosa singolare è che mi viene chiesto di spiegare i motivi per cui contesto la sospensione.
Ora, già mi pare assai poco trasparente (per usare un eufemismo) che si venga sanzionati senza conoscere il “reato” compiuto. Diventa surreale se ti viene chiesto di motivare il cosiddetto “appello”. Ma state tranquilli, sono vivo, scrivo, opino eccetera. Poi, diciamo che la cosiddetta “agorà digitale” appare una dimensione piuttosto deformata e deformante, anche nelle “sanzioni”. Forse un giorno servirà riflettere sull’utilità di questo gioco di massa.
Aggiornamento – E più non dimandate.
L’intelligenza artificiale compie anche errori giudiziari, pare. Grazie a tutti per il vostro sostegno, davvero apprezzato. pic.twitter.com/rw4tIYMNcO
— Mario Seminerio (@Phastidio) September 29, 2018