Lo spread torna a riavvicinarsi a 300 punti base sulla scadenza decennale, pare (ma sapete come sono, le malelingue) dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini di ieri. A questo punto, serve cercare di capirsi.
Se obiettivo di questa cosiddetta maggioranza è quello di produrre una lenta bollitura del paese, sino ad arrivare alla resa dei conti che porterebbe all’uscita dalla moneta unica, bisognerebbe esplicitarlo. Torna l’ipotesi della ricerca dell’Incidente, ricordate? Oppure è solo stupidità. Del resto, a sopravvalutare i politici italiani di solito non ci si azzecca, soprattutto quando i loro governanti pro tempore si gonfiano gracidando e dando prova di priapismo mascellare contro lo Straniero. Questo di solito è il momento che precede il ceffone che fa barcollare.
Se invece l’obiettivo è quello di fare incassare cedole più ricche ai possessori di titoli di stato, diremmo che si tratta di scopo meritorio ma dagli effetti collaterali discretamente pesanti, almeno per tutti i residenti italiani che dovranno pagare maggiori tasse per evitare una crisi finanziaria. I non residenti, invece, ringraziano.
In questo caso, chi può tenga d’occhio i prezzi dei Btp: comprate quando il sangue scorrerà per le strade (questa è metaforica, mi raccomando); quando arriverà la patrimoniale i prezzi dei Btp faranno registrare un impressionante rally e consentiranno ai loro possessori di procurarsi le plusvalenze con cui pagare le maggiori imposte necessarie ad evitare il crack. I più fortunati chiuderanno con un utile netto.
Restiamo anche in attesa che la Germania consegni all’Italia il premio per aver contribuito in modo rilevante al surplus di bilancio tedesco. Ogni volta che uno dei nostri guitti fa salire lo spread, il rendimento dei Bund tedeschi scende, per effetto della fuga degli investitori verso il porto sicuro (flight to quality), e ciò permette al Tesoro tedesco di farsi pagare per emettere debito, e quindi abbattere la spesa per interessi. Danke, Italiener!
Nel frattempo, prendiamo atto anche delle mozioni firmate da Lega e M5S in cui si chiede al governo di attivarsi in sede europea per “rafforzare il ruolo di prestatore di ultima istanza” della Bce verso gli stati membri. Che in sintesi vuol dire monetizzare il deficit di un paese. Probabilità che ciò avvenga? Nulle o fors’anche negative, ma l’importante è constatare la ritrovata armonia tra i campioni che guidano il paese verso l’orgogliosa riaffermazione della propria condizione di stato fallito.