Il Grande Reset e gli algoritmi decerebrati

Giorni addietro è uscita, sul Foglio, l’intervista di Salvatore Merlo a Carlo Freccero, già guru della televisione italiana e consigliere di amministrazione Rai in quota pentastellata, che in questi giorni ha trovato modo di tornare visibile collocandosi tra i promotori del referendum per abolire le norme sul greenpass volute dal governo italiano. L’intervista è semplicemente mirabile: l’intervistato riesce a dare il meglio di sé scorrazzando tra le praterie del cospirazionismo. Ma c’è altro, e riguarda la formidabile stupidità dei cosiddetti “algoritmi” che presiedono ai controlli di “conformità espressiva” nel mondo dei social network. Una cosa alla volta.

L’intervista prende le mosse da un intervento di Freccero su La Stampa, a giustificazione della sua decisione di sottoscrivere la richiesta di referendum. Freccero premette che non è lui a essere complottista ma sono gli altri a complottare. Il che, non fa una grinza: è un po’ come la salita vista dall’alto che assomiglia a una discesa.

La penetrazione gramsciana

Gli intellettuali che sin qui hanno preso posizione contro la logica del greenpass, secondo Freccero, in apparenza allineati alle posizioni di Giorgia Meloni, stanno in realtà compiendo una “operazione gramsciana”. Che significa?

Significa che riesco a parlare, da uomo di sinistra, al suo grande elettorato che vincerà le elezioni. Io voglio penetrare lì dentro.

Segue formulazione di interessante teoria di agglomerazione del consenso, che poi è quello che stanno facendo a destra, contando sul fatto che l’elettorato non è così sofisticato da porre veti su chi tenta di aggregare posizioni molto diverse spingendosi sino alle estreme:

Ma c’è chiaramente sulla carta un 30 per cento di italiani cui rivolgersi, quel 30 per cento che ha fatto vincere l’alleanza Lega M5S. È sempre uguale. Lo stesso gruppo di persone. Io li chiamo i ‘non culturalizzati’ dal giornale mainstream. Il 30 per cento che rappresenta il disordine mediatico. Con loro si vince.

Da cui si evince che in questo paese pare esista una sorta di “egemonia”, proprio in senso gramsciano, poggiata sugli strati culturalmente più deprivati della società. L’originario progetto dei pentastellati. Loro saranno anche estinti e biodegradati, ma l’humus che li ha fertilizzati esiste ancora.

Nessuno mi può resettare, nemmeno tu

A questo punto dell’intervista, Merlo chiede a Freccero se egli parli da leader politico, il segretario del partito degli sciroccati. Che poi, per usare la tassonomia del grande Fedele Confalonieri, sarebbe quello degli sfessati che popolano i teatrini televisivi, costringendo quest’anno dirigenti tv e anchor ad abbozzare una prima embrionale “autodifesa”, dopo anni di pattume trionfante.

Freccero squaderna la teoria del “Grande Reset”, illustrata per la prima volta, pur se non in questi termini (ma sono dettagli), dall’economista tedesco Klaus Schwab, segretario del World Economic Forum, cioè dell’annuale rimpatriata dell’oligarchia finanziaria sulle nevi svizzere di Davos.

Per Freccero, è in atto la cospirazione di un gruppo di soggetti che vuole assegnare a ognuno di noi un rating sociale, “come in Cina”. E pazienza che Schwab e coautori abbiano esposto la tesi del Grande Reset in un libro in cui non c’è alcun teleologismo ma vengono presentati possibili esiti a partire dalla disruption (altro termine ormai assurto a nuovo esperanto) causata dalla pandemia.

Per dire, col termine Grande Reset alcuni ambienti indicano anche la fine del sistema di capitalismo finanziario oligarchizzato e l’opportunità di un nuovo socialismo. Il Grande Reset è ciò che ognuno di noi vorrebbe vedere nel mondo. Pensate, in Italia c’è persino gente che col Grande Reset vorrebbe veder scomparire una compagnia aerea di bandiera. Ma tant’è, per Freccero si tratta esattamente di congiura del neo-Nuovo Ordine Mondiale.

Vade retro, Bergoglio

Merlo fa osservare a Freccero che le sue tesi possono apparire, diciamo così, bislacche:

Certo che me ne rendo conto che può sembrare un delirio. È il potere che non è più sapere, ma delirio. Ma io sto raccogliendo prove, documenti. Io questi li ho conosciuti. Jacques Attali lo incontravo con Berlusconi negli anni Ottanta a Parigi. Era lucido e cinico, allora non capivo che faceva parte di questa élite. Ma adesso ho fatto anche io un ‘reset’, di tutto ciò che credevo di sapere. Così ho scoperto la follia pura: il gender, per esempio.

Tirare in ballo il gender immagino faccia parte dell’astuto tentativo degli intellettuali à la Freccero di penetrare il mondo della destra in un’ardita operazione gramsciana. Si tratta di un classicissimo fischietto a ultrasuoni. E infatti l’ex guru della tv non solo lo usa ma pure lo estende secondo linee assolutamente classiche:

“Anche la questione del gender la vuole l’élite. Anche Bergoglio è un uomo del reset di cui parla Schwab”.
Il nuovo ordine mondiale?
“Certo”.
Il Papa?
“Non Benedetto XVI, ma Bergoglio. Lui accetta questo sistema, questa contemporaneità. È tutto consequenziale. Tutto si tiene. È chiaro”.

Zitto, Elkann ti ascolta

È chiaro che tutto si tiene. Seguono elementi a conferma della tesi, che spaziano dal rinascimento della fiction distopica hollywoodiana alle liste dei clienti di Sky, profilati e teleguidati, per finire alla pistola fumante di chi ha prefato il libro di Schwab:

L’ha scritta John Elkann, il padrone che ha svenduto la Fiat e poi ha fatto il gruppo Gedi. E infatti nulla di quello che dico finisce sui giornali.

Ora, pazienza che Freccero abbia scritto una letterina a La Stampa, che pare essere controllata dal gruppo di John Elkann (devono essersi distratti), ma qui si confonde e si riferisce a un altro libro di Schwab. Non a The Great Reset, di cui non mi risulta ancora edizione italiana bensì a La quarta rivoluzione industriale. Che però è uscito prima della pandemia.

Beh, che ci frega? Se John Elkann ha scritto la prefazione a un libro di Schwab, significa che Schwab è pilotato da quel gruppo di potere che ha Elkann tra i suoi massimi esponenti. O no?

Come che sia, Freccero ribadisce che lui riesce a vedere il complotto dove altri restano ciechi perché si “autopsicanalizza” ma anche perché è “figlio di Piazza Fontana”. Segue considerazione che Draghi “non è eletto”, e che “Mattarella sta tutti i santi giorni a pranzo da Macron”. Che non è chiaro se sia un riferimento al fatto che i due mangino guardandosi negli occhi e nei piatti a mezzo Zoom, altro strumento di controllo di menti e coscienze, o che altro.

Attenzione, depopolazione

Ma veniamo al punto e alla tesi centrale. Per Freccero, c’è un complotto dell’élite globale per ridurre la popolazione mondiale, il famoso depopolamento. Possibilmente a mezzo di questo vaccino. Ecco il passaggio dirimente dell’intervista:

Quindi i vaccini servono a sterminare la popolazione mondiale?
“C’è un filone che parte da Malthus, ovviamente. L’hai ascoltato cosa ha detto il ministro Cingolani?”
Dica lei.
“Cingolani dice che bisogna portare la popolazione mondiale da 9 miliardi a 3 miliardi. L’ho trovato su internet. Questa cosa è importante”
Cingolani lo ha voluto Grillo: anche Grillo fa parte del grande reset?
“Grillo è ossessionato dal futuro, ma non s’interroga sulle conseguenze. Ma basta unire tutti i puntini, compresa la teoria del depopolamento”.
E…?
“E scopri che l’élite complotta”

Ora, è possibile che Freccero stia prendendosi gioco di tutti noi, e voglia titillare la sua vibrante estetica del delirio, che è filone di grande levatura intellettuale oltre che una forma di ribellione all’alienazione di cui parlava anche Karl Marx, un avo di Freccero ma certamente assai meno dotato di lui in termini di capacità di unire i puntini.

Il phastidioso deviante e la community

Ora faccio uno scarto narrativo e giungo a parlare per fatto personale. Ieri ho postato sui miei social quest’ultimo passaggio dell’intervista. Oggi scopro che Facebook mi ha censurato ma, nella sua magnanimità, non (ancora) sanzionato.

Perché quello che ho postato rappresenta violazione delle “regole della community”. Azz, sono diventato deviante in una notte. Almeno, così sostiene l’algoritmo di Zuckerberg. Tuttavia, avendo io la fedina social immacolata, per questa volta non subirò sanzioni che vadano oltre la perdita di visibilità del mio post Facebook incriminato. Perché

Sappiamo che gli errori possono succedere, pertanto non abbiamo limitato il tuo account.

Com’è umano lei, signor Mark. E com’è acuta l’intelligenza artificiale che presiede al suo tribunale. La stessa che mi informa, qualche pixel sotto questa comunicazione di sospensione condizionale della pena, che un mio post sta andando benissimo e che potrei raggiungere altre migliaia di “clienti” se solo pagassi il signor Mark per metterlo in evidenza.

Venditori malthusiani

A questo punto, entro in crisi: al signor Mark servono molti clienti, sempre di più. Ma allora, come è possibile che l’ordine mondiale, al quale egli appartiene, punti al depopolamento e a far sparire miliardi di consumatori? Ah, saperlo. Chiederò a Freccero, di certo lui sa perché. Deve essere una zuffa tra la parte di élite di ispirazione malthusiana e decrescitista felice e quella che deve pagare la forza vendita e non è ancora riuscita a sterilizzarla e/o sterminarla.

Ma gli schieramenti sono ormai consolidati: da un lato, tra gli altri, Zuckerberg, Elkann e Bergoglio; dall’altro, Freccero, Barbero, Cacciari, Agamben, Simsalabim. Il testo di riferimento per questa titanica lotta è il Protocollo dei Savi Anziani di Sky, con l’elenco degli abbonati letto al contrario in una notte di plenilunio. E così spero di voi.

Nel frattempo, ho fatto appello contro la decisione del giudice di Facebook: ho messo un segno di spunta alla voce “non sono d’accordo” con la sanzione. Attendo fiducioso l’esito. Ma scambiarmi per Freccero anche no, signor Mark. Se lei commette errori così marchiani, come può pensare di dominare il mondo e farsi miliardi di clienti, prima di sterminarli?

(Nella foto: The Cigarette Smoking Man)

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