Presagi sinistri

A Roma manifestazione dei precari organizzati, cioè delle persone che subiscono quotidianamente, sulla propria pelle, non tanto il significato della globalizzazione quanto gli effetti di un’economia duale, divisa tra una sfera di lavoratori iper-garantiti e le esigenze di tenere in vita l’economia di questo disgraziato paese. Naturalmente non sappiamo se i manifestanti di Roma siano realmente rappresentativi di tutti i precari italiani. Di certo, questa manifestazione, e la sua coreografia, fatta di irruzioni in un supermercato ed in una libreria, per compiere le celeberrime “spese proletarie”, cioè di fatto dei furti, hanno mostrato che esistono almeno due sinistre. Una, questa, massimalista, onirica, incline all’odio sociale e a rimembrare nostalgicamente il 1977, l’anno che segnò il punto di massima deriva estremistica della sinistra; l’altra sinistra è quella che potremmo definire rappresentata da un leader politico intelligente e sensibile come Walter Veltroni. Di seguito i commenti delle due sponde, la prima sintetizzata “programmaticamente” da un articolo de l’Unità, oltre che dall’assordante silenzio di commenti da parte di esponenti politici del centrosinistra a quello che resta pur sempre un un reato, la seconda rappresentata dalla risposta del sindaco di Roma. Sarà banale, ma ad una parte non minoritaria della sinistra di oggi una iniezione di sana banalità non farebbe male.

“Il mondo del lavoro è ormai a un bivio e la strada della mercificazione delle persone sembra essere irrimediabilmente imboccata. Ma forse qualcosa si può ancora fare contro questo sfascio. Molti ci hanno provato concretamente questa mattina con il “surfing shop”. Un’idea sperimentata già altre volte che consiste nel provare a riprendersi ciò che ci è negato. A cominciare dal cibo: un gruppo di manifestanti è entrato in alcuni supermercati ed ha fatto una spesa un po’ anomala. Niente scontrini, niente soldi, e poi fuori a ridistribuire i prodotti a chi fatica a comprarseli. Un’iniziativa di facile strumentalizzazione, com’è ovvio, ma gli organizzatori parlano chiaro: il “surfing shop” vuole dare un segnale, è una fase di conflitto ma ha una sua progettualità. L’obiettivo è arrivare a costituire gruppi di consumatori che possano avere un reale potere contrattuale con i distributori (attraverso i furti? ndr). Ovvero, accorciare le distanze tra produttore e consumatore, rompere i meccanismi che hanno fatto salire i prezzi alle stelle, riuscire a determinare delle trattative. E far sentire alle persone che non sono sole, che non sono le uniche a non arrivare a fine mese, che non è colpa loro se tutto sta andando a rotoli.”

E’ una “condanna totale e senza appello” quella che il sindaco di Roma, Walter Veltroni rivolge ai disobbedienti che ieri sono entrati nel supermercato Panorama e nella libreria Feltrinelli di largo Argentina inscenando una ‘spesa proletaria’. “Non si può trasferire – ha detto Veltroni – un grande problema sociale in comportamenti che violino la legge”.

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