Con il progetto di bilancio, il governo svedese ha comunicato che il prossimo anno taglierà le imposte sul reddito, l’imposta patrimoniale sugli attivi finanziari ed i benefici di disoccupazione, per aumentare gli incentivi al lavoro nella più grande economia scandinava.
Le imposte sul reddito verranno tagliate di 38.7 miliardi di corone (circa 5.2 miliardi di dollari) e l’aliquota dell’imposta patrimoniale sulle attività finanziarie sarà dimezzata da 1.5 a 0.75 per cento), con un costo di 1.7 miliardi di corone, secondo quanto illustrato oggi nel primo budget della coalizione quadripartita guidata da Fredrik Reinfeldt, che il mese scorso ha sconfitto i socialdemocratici dopo 12 anni di governo ininterrotto, promettendo di tagliare le tasse per creare nuova occupazione (una vera blasfemia per Prodi, Visco e TPS), pur mantenendo la spesa in aree-chiave del welfare svedese, quali sanità ed educazione.
In conseguenza dell’intervento fiscale, il surplus del bilancio pubblico dovrebbe contrarsi di 6 miliardi di corone, passando dal 2.8 al 2.3 per cento del prodotto interno lordo, che l’anno prossimo è atteso crescere del 3.3 per cento, dal 4 per cento di quest’anno.
In dettaglio, nel progetto di bilancio è prevista una riduzione dei contributi sociali sulle retribuzioni (il famigerato “cuneo”) per le aziende che assumeranno giovani di età compresa tra 19 e 25 anni, misura che costerà 3.6 miliardi di corone il prossimo anno; il taglio di 650 milioni di corone delle tasse che i datori di lavoro pagano per il fondo di sostegno alle famiglie. Altre deduzioni fiscali sui servizi, promesse durante la campagna elettorale, saranno rinviate al 2008, e costeranno 2.96 miliardi di corone;
Il governo ha anche reiterato un piano di dismissioni di proprietà pubbliche per circa 50 miliardi di corone l’anno per i prossimi tre anni. Il surplus di bilancio dovrebbe risalire al 2.6 per cento nel 2008 ed al 3.1 per cento nel 2009.
Contemporaneamente, il governo ha stretto il plafond di spesa pubblica per il 2007, da 949 a 938 miliardi di corone.
I tagli fiscali verranno in parte finanziati attraverso la riduzione dei benefici di disoccupazione. Il piano prevede l’aumento dei co-pagamenti che i lavoratori fanno ai programmi di assicurazione, per un gettito aggiuntivo stimato in circa 10 miliardi di corone. Previsti tagli per 7 miliardi di corone ai trasferimenti statali alle municipalità. Il governo eliminerà anche le deduzioni fiscali sui contributi versati al sindacato (mossa geniale, ndPh.), misura che frutterà ben 4.1 miliardi di corone. Tra le altre voci di entrata, le maggiori tasse sul tabacco frutteranno 2.1 miliardi di corone, quelle sull’assicurazione dei trasporti altri 1.5 miliardi. Eguale importo proverrà dalla cancellazione della deduzione fiscale sull’acquisto di computer domestici.
Per l’ex ministro delle Finanze socialdemocratico, si tratta di un bilancio per maggiore diseguaglianza sociale e maggiore disoccupazione, ed i provvedimenti faranno diventare “i ricchi sempre più ricchi, ed i poveri sempre più poveri” (dove l’abbiamo già sentita, questa?). In effetti, l’ex ministro potrebbe avere ragione riguardo l’aumento della disoccupazione nel breve periodo visto che, per effetto dei tagli di spesa sui programmi del mercato del lavoro, che spesso sono veri e propri sussidi all’inattività, dovrebbe verificarsi l’affioramento della disoccupazione sommersa. La spesa per tali programmi “formativi” pubblici, che sotto i socialdemocratici aveva toccato il massimo degli ultimi sette anni poco prima delle ultime elezioni, sarà azzerata nel 2008.
Seguiremo con attenzione il percorso di questa impostazione supply-sider.
Questo post è anche un Focus dell’Istituto Bruno Leoni