Un vecchio luogo comune vuole che i partiti siano caratterizzati da elevata opacità nelle modalità di utilizzo dei fondi da essi raccolti. A questa regola esiste una fulgida eccezione: i Radicali italiani. Costoro destinano i fondi del finanziamento pubblico, nonché i contributi degli iscritti, ad attività quali l’organizzazione di congressi-farsa, dove tutto è già stato deciso alcune settimane prima della presentazione delle mozioni congressuali, ed a minacciare pretestuose azioni legali contro un blogger che ha osato realizzare un video di satira (invero alquanto garbata) sulla diatriba tra il Caro Leader ed un suo giovane e mediaticamente esuberante pupillo.
A Daw va la nostra ovvia solidarietà. Ai militanti radicali il suggerimento (o meglio l’invito) a lavorare per ripristinare nel partito (participio passato) condizioni minimali di decenza democratica ed igiene mentale, anche per non trasformarsi da militanti in militonti. A tutti gli iscritti e simpatizzanti radicali, che contribuiscono con le proprie donazioni e contributi alla vita del partito, l’invito a controllare meglio la destinazione del proprio denaro.
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