A sinistra del Prc è stato creato il Partito di Alternativa Comunista (PdAC); come spiega il portavoce, Francesco Ricci, si tratta dell’atto conclusivo di un percorso avviato con l’uscita dal Prc di Progetto comunista, componente che rifiutava l’accordo con la coalizione di Romano Prodi e che aveva anche preso le distanze da Marco Ferrando per aver accettato la candidatura (poi ritirata) per il Senato.
Come informa Ricci, il congresso fondativo si è tenuto a Rimini dal 5 al 7 gennaio, con la partecipazione di “centinaia di militanti già esterni a Rifondazione o provenienti dal sindacalismo di classe” e di “una larga maggioranza di dirigenti di Rifondazione che animavano la sinistra interna di quel partito” e che si erano scontrati con Ferrando.
Il PdAC si propone di costruire “l’opposizione di classe al governo Prodi”, accusato di realizzare “un programma di attacco violento alle classi subalterne” e di “riarmo dell’imperialismo italiano”. Il “primo impegno”, aggiunge Ricci, sarà “la costituzione di comitati per la difesa delle pensioni e dei Tfr dalle manovre che stanno preparando Prodi, Fassino e Rutelli”. Il PdAC intende presentarsi “a tutte le prossime scadenze elettorali, sostenendo liste alternative ai due poli”.
Proseguono, quindi, lo scissionismo ed il frazionismo tipici della sinistra italiana, da Livorno 1921 ai giorni nostri. Di fatto, questo PdAC rappresenta la scissione da Progetto Comunista del trotzkista Ferrando, che a sua volta deriva da una scissione da Rifondazione Comunista, che è sorta dalla scissione dall’allora PDS. Rifondazione ha, a sua volta, subìto la scissione del Partito dei Comunisti Italiani.
Mentre attendiamo, per effetto di ulteriori scissioni, la nascita dei Protoni Proletari auspichiamo che, in applicazione del vecchio motto “nessun nemico a sinistra“, il governo Prodi ed i suoi riformistici partecipanti elaborino, magari già durante il conclave della Reggia di Caserta, nuovi e più avanzati equilibri per riassorbire anche questo dissenso interno alla grande famiglia degli antagonisti italiani, e non creare imbarazzi al Prc.