L’ottimismo è il profumo della vita

Ieri il nostro ineffabile premier, durante il question time alla Camera, ha scolpito:

“I dati sull’occupazione, così come la crescita degli ordinativi e della produzione, dimostrano che il clima di fiducia sta aumentando”, grazie agli ”incentivi alla produzione”, ma anche ”al sensibile alleggerimento del peso fiscale che scatterà dal primo luglio per tutte le imprese”.

Insomma, un trionfo. Sfortunatamente per Prodi e per la sua patologica attitudine a mentire, il dato sull’occupazione ha in realtà evidenziato un preoccupante calo del tasso di attività della popolazione in età lavorativa, soprattutto al Centro ed al Sud, da ricondurre al forte incremento, in tali aree, del numero dei lavoratori scoraggiati.

Quanto ai dati di produzione, ieri sono stati pubblicati quelli relativi a ordinativi e fatturato dell’industria nel mese di aprile. Gli ordini sono in calo mensile dell’1.1 per cento, e dimezzano la crescita su base annuale dal 10.8 al 5.6 per cento. Il fatturato industriale, nello stesso mese di aprile, è risultato poi in calo dell’1.8 per cento.

Oggi sono stati pubblicati i dati sulla fiducia dei consumatori nel mese di giugno, il cui indice è sceso da 109.4 a 107.2, contro attese per un lieve rafforzamento al livello di 109.8. Si tratta del peggior risultato in un anno, verosimilmente imputabile al rialzo dei tassi d’interesse che, rendendo più oneroso il servizio del debito (mutui e prestiti personali), sottrae reddito disponibile alle famiglie, assieme al rialzo dei prezzi dei carburanti, rincarati nel 2007 dell’11 per cento. In particolare, il sotto-indice che misura la fiducia nella situazione economica generale è crollato al livello di 89.3 da 95.8 di maggio, e le famiglie segnalano in numero crescente la necessità di dover ricorrere ai risparmi per far fronte ai conti di casa.

Altro dato che difficilmente oggi leggerete su Repubblica e l’Unità è poi quello delle vendite al dettaglio di aprile, calate su base mensile dello 0.4 per cento e, per la prima volta da marzo 2006, diminuite anche su base annua, sempre dello 0.4 per cento.

Insomma, siamo la locomotiva d’Europa, fatevene una ragione.

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