Mezzogiorno, notte fonda

Oggi Istat ha pubblicato i dati relativi alla rilevazione sulle forze di lavoro. Nel secondo trimestre 2007 l’offerta di lavoro ha registrato, rispetto allo stesso periodo del 2006, una flessione dello 0,4 per cento (-98.000 unità). Rispetto al primo trimestre 2007, al netto dei fattori stagionali, l’offerta di lavoro è aumentata dello 0,2 per cento. Cioè, rispetto ad un anno fa, 98.000 persone sono “sparite” dalle forze di lavoro. Da quelle ufficiali, almeno. Nel secondo trimestre 2007 il numero di occupati è risultato pari a 23.298.000 unità, con una crescita su base annua dello 0,5 per cento (+111.000 unità), confermandone il rallentamento emerso nella precedente rilevazione. Nel Mezzogiorno l’occupazione si è nuovamente ridotta (-0,9 per cento, pari a -62.000 unità).

In termini destagionalizzati e in confronto al primo trimestre 2007, l’occupazione nell’insieme del territorio nazionale ha registrato un incremento dello 0,4 per cento. Rispetto al secondo trimestre 2006 il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni è rimasto stabile ad un assai poco lusinghiero 58,9 per cento, ma nel Mezzogiorno è diminuito di 0,5 punti percentuali. Nel secondo trimestre 2007 il numero delle persone in cerca di occupazione è risultato pari a 1.412.000 unità, in calo rispetto allo stesso periodo del 2006 (-12,9 per cento, pari a -209.000 unità). La discesa della disoccupazione si associa all’ulteriore crescita del numero degli inattivi (+260.000 unità). Tale incremento, concentrato nelle regioni meridionali, riflette un diffuso sentimento di scoraggiamento che comporta una rinuncia alla ricerca attiva di lavoro.

Il tasso di disoccupazione si è posizionato al 5,7 per cento (6,5 per cento nel secondo trimestre 2006). Rispetto al primo trimestre 2007, al netto dei fattori stagionali, il tasso di disoccupazione si è ridotto di un decimo di punto. Ecco l’ennesimo esempio e conferma di come il tasso di disoccupazione non sia necessariamente un indicatore significativo delle condizioni del mercato del lavoro. Si conferma quanto da noi segnalato in occasione della precedente rilevazione trimestrale sulle forze di lavoro, lo scorso giugno.

Riguardo il Mezzogiorno, in cui l’offerta di lavoro si sta contraendo con una velocità tale da far pensare al prossimo ingresso di tutta quella macro-regione nell’area dell’economia sommersa, informale e “di vicolo” (e tutto questo durante una delle più importanti espansioni economiche globali ed europee degli ultimi vent’anni), vale la pena ricordare, oggi, quello che era scolpito nelle 281 pagine delle tavole della legge e del ditino levato verso il cielo:

– il Mezzogiorno vive un momento particolarmente difficile della sua storia. Sta risentendo profondamente delle sue debolezze strutturali, delle difficoltà complessive dell’economia italiana, delle conseguenze dell’azione del Governo Berlusconi (pag.212)

– L’economia è in crisi, la crescita dell’occupazione si è arrestata, specie nel Mezzogiorno, e sta crescendo la precarizzazione del lavoro. (pag.161)

Resistete, italiani! Tra poco arriva Uòlter, un amico con le mani in pasta, le facce di bronzo saranno punite ed ogni farabutto shpalmato resterà

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