Elogio di Trichet

Oggi Le Monde elogia apertamente la politica monetaria della Banca Centrale Europea, che non solo non ha prodotto le catastrofi economiche e l’esercito di disoccupati che molti frettolosi “analisti” avevano preconizzato, ma sembra aver garantito (o almeno non ostacolato) la crescita economica di Eurolandia, come evidenziato anche dai dati sul pil dell’area nel primo trimestre. Pur con i caveat di cui abbiamo scritto, cioè le condizioni tecniche ed una tantum che rischiano di frenare la crescita nel secondo trimestre, oggi appare piuttosto evidente che la bistrattata Eurolandia cresce in modo più equilibrato degli Stati Uniti. Naturalmente, non tutto il merito è attribuibile all’istituto di Francoforte, ma l’impegno della Bce nel tentare di ancorare le aspettative inflazionistiche è fuori discussione.

Per il momento non si sentono più le voci che Le Monde definisce “keynesian-fitoussian-sarkozyste”, quelle che strepitavano per un immediato taglio dei tassi, pena morte e devastazione continentale in caso contrario. Prima o poi anche in Europa si riuscirà a comprendere che l’inflazione è nemica della crescita. Manca solo che lo comprendano anche molti esponenti del nostro centrodestra, sempre pavlovianamente pronti ad accusare qualche “nemico esterno” per la nostra decrescita, figlia di alcuni lustri di politiche economiche demenziali. E forse, sempre da noi, si riuscirà a comprendere che non esiste solo la politica monetaria per aumentare il potenziale di crescita economica di un paese, ma anche interventi sui mercati (del lavoro e dei servizi, ad esempio). Curioso destino, quello italiano: abbiamo dovuto invocare l'”emergenza Europa” per tentare (fingere, più propriamente) di risanare i conti, e oggi usiamo ancora l’Europa e le sue istituzioni come alibi per non riformare.

Perseverare è italiano, oltre che diabolico.

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