L’agente segreto

Sul dossier Alitalia ”il governo ha agito solo per atti e carte ufficiali”. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha così risposto alle domande dei parlamentari, durante una audizione di fronte alle Commissioni Bilancio e Trasporti-Lavori Pubblici di Camera e Senato, sul ruolo di Bruno Ermolli, il consulente che in campagna elettorale ha avuto da Silvio Berlusconi l’incarico di lavorare ad un progetto di cordata italiana.
Posso assicurare che non è mai stato al ministero”, e che ”non ha avuto incarichi dal governo”, ha detto Tremonti:

”Posso assicurare che l’azione del governo è stata indipendente da quella di un professionista che ha cessato la sua attività a ridosso della campagna elettorale”.

Cessato la sua attività a ridosso della campagna elettorale? Strano, eppure fino a cinque giorni fa Ermolli dichiarava

“Su Alitalia non parlo, faccio ma non parlo”, era stato l’unico commento del presidente di Sinergica incaricato dal premier Silvio Berlusconi di costituire una cordata di imprenditori italiani in grado di partecipare all’acquisizione della Magliana.

Così ci informava ieri l’agenzia di stampa diretta e posseduta (anche nel senso esorcistico del termine) dal portavoce di Forza Italia. Ora, anche noi, come Intesa, lavoriamo su alcune ipotesi alternative: ci sono due gemelli Ermolli, uno dei quali lavora al dossier Alitalia in incognito, con barba e baffi finti, oppure Tremonti sa qualcosa che il resto del governo non sa? Ma anche viceversa, s’intende. Noi restiamo della nostra opinione originaria: il governo ha deciso la svolta di IntesaSanpaolo quando è apparso chiaro che il tentativo di Ermolli era fallito. Non per incapacità del superconsulente, quanto perché si trattava di una classica mission impossible. Non a caso Passera starebbe lavorando all’ipotesi-spezzatino, l’unica realisticamente praticabile, oltre al commissariamento. Aspettiamo di vedere i saldi finanziari che tale operazione riuscirà a creare per lo Stato-venditore, rispetto alla proposta AF-KLM. Sindacati permettendo, s’intende.

Ultima considerazione: quella “consegna del silenzio” che il Velino ascrive a merito dell’esecutivo e del Tesoro nella conduzione dell’operazione Alitalia è, verosimilmente, solo un crescente ed imbarazzato silenzio. Ma prendere le notizie dall’agenzia di stampa del portavoce del partito di maggioranza è un po’ come rivolgersi all’oste per indagare sulla qualità del suo vino.

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