Lo sappiamo: quando una falsità viene reiterata infinite volte, diventa verità indisputata. Ma noi siamo cocciuti e donchisciotteschi, e abbiamo per missione il debunking dei luoghi comuni. Quindi, repetita iuvant.
Durante un discorso tenuto oggi a Washington, il governatore della Federal Reserve Randall Kroszner, un economista conservatore attualmente in sabbatico dalla docenza alla Booth Graduate School of Business dell’Università di Chicago, ha detto che il Community Reinvestment Act non può essere ritenuto responsabile della crisi dei mutui subprime, malgrado le ricorrenti affermazioni del contrario, provenienti dalle fila Repubblicane.
Il Community Reinvestment Act (CRA) è stato istituito negli anni Settanta per combattere le discriminazioni e consentire l’accesso al credito immobiliare ai soggetti a basso reddito. Da una ricerca degli economisti della Fed, citata da Kroszner, è emerso che circa il 60 per cento dei prestiti ipotecari che rientrano nella categoria dei subprime è andata a debitori a medio o alto reddito, che non sono ovviamente coperti dalle disposizioni del CRA. Solo il 6 per cento dei subprime è andato a debitori coperti dal CRA.
Una quota così esigua di finanziamento rende ridicola l’ipotesi di un ruolo determinante dei crediti agevolati alle minoranze ed ai soggetti a basso reddito nella successiva crisi dei subprime. Inoltre, è interessante rilevare che le banche possono soddisfare i requisiti CRA non solo con l’accensione diretta di mutui (la cosiddetta origination), bensì anche acquistando mutui dai brokers ipotecari. Ebbene, solo il 2 dei mutui che rientrano nelle tipologie CRA, collocati da compagnie indipendenti, sono stati acquistati da banche soggette alla normativa del credito agevolato.
Senza contare che il CRA non era in vigore in Cina, Russia, Spagna, Irlanda, Paesi del Golfo, che pure stanno subendo un crash immobiliare. Basterebbe guardare i dati, ogni tanto.
Difficile pensare che queste notizie riescano a penetrare la cappa di banalità costruita da tuttologi di entrambe le sponde dell’Atlantico, ma almeno la nostra buona azione quotidiana contro i luoghi comuni l’abbiamo fatta.