Non avremmo saputo scriverlo meglio

Le banche italiane sono tra le peggio capitalizzate. A metà 2008, l’indice medio di capitale Tier 1 era del 6,5%, rispetto all’ 8% del settore europeo. Banco Popolare e Mps sono tra le cinque meno capitalizzate in assoluto. La debolezza patrimoniale è frutto di una crescita fatta di fusioni a valori di affezione, [e/o] senza apporto di nuovi capitali, che hanno gonfiato la quota del patrimonio contabile investito nell’avviamento (34% Intesa, 45% Banco Popolare, 56% Mps). Nelle aggregazioni all’italiana, la struttura di controllo è sempre stata prioritaria: nuovi afflussi di capitale avrebbero scompigliato gli equilibri di potere. Il crollo dei mercati, lo scoppio della bolla immobiliare, e la recessione globale in arrivo, hanno aumentato il rischio degli attivi delle banche, che ora devono ridurre la leva, per offrire maggiori garanzie e recuperare la fiducia di creditori e azionisti. (Alessandro Penati)

Prossima fermata: l’impairment test del goodwill. Tradotto: la verifica del valore di avviamento iscritto a bilancio, nei suoi elementi costitutivi. Ogni svalutazione dell’avviamento riduce i mezzi propri e, sotto un livello di guardia, richiede una ricapitalizzazione. Non è questione di subprime o di altra carta tossica. E’ questione di oligarchie, il principale toxic asset di questo paese.

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