Il gigantesco crack causato dallo schema di Ponzi di Bernard Madoff ha coinvolto vaste ed eterogenee tipologie di investitori: dalle charities ai miliardari, passando per società di gestione di fondi di hedge funds, e portafogli di proprietà di banche ai quattro angoli del pianeta, a conferma di rigorosissime procedure di due diligence nella scelta degli investimenti e nella investigazione del processo decisionale di coloro ai quali stiamo per affidare il nostro denaro. In questo articolo si narra di un movimentato party a Palm Beach, al quale ha ritenuto di partecipare un noto filantropo locale, che suggeriva ai propri amici e conoscenti di investire da Madoff. Omettendo di precisare che il consiglio gli fruttava dei referral, cioè delle ricche retrocessioni di commissioni pagate dai risparmiatori-investitori che volevano fruire delle esclusive abilità di Madoff nel produrre ritorni sull’investimento costanti, nell’ordine del 15 per cento annuo, e pressoché privi di volatilità .
Oltre a ciò, nell’articolo si segnala che qualcuno, pur di mettere il proprio denaro in questa remunerativa società di consulenza e gestione, è arrivato a ipotecare due case. Col risultato che: 1) I soldi ottenuti dall’ipoteca e affidati a Madoff sono spariti; 2) a seguito della crisi immobiliare, che in Florida ha colpito particolarmente duro, il valore delle abitazioni è ora molto probabilmente inferiore all’entità del debito contratto. Una situazione che ricorda vagamente un’altra levata d’ingegno realizzata anni addietro dalle nostre parti.
Ragione per cui è possibile (oltre che testare la validità del vecchio adagio “lo sciocco e i suoi soldi si separano presto”) giungere alla conclusione che, mentre nel resto del mondo di solito le persone risparmiano per poter fare un mutuo e comprare casa, in America negli ultimi anni in molti hanno acceso un mutuo (anzi, due) per avere del “risparmio” da investire. Cioè, se ci passate l’espressione vagamente metafisica, hanno risparmiato a credito. In leverage they trusted.