Barack Obama ha designato come rappresentante al Commercio estero (in pratica, il capo-negoziatore) l’ex sindaco di Dallas Ron Kirk, uno dei primi proponenti il NAFTA, da sempre sostenitore del libero commercio internazionale. Una scelta che ha fatto storcere il naso all’ala sinistra del partito Democratico, che tuttavia ha avuto modo di rallegrarsi per la designazione a Segretario al Lavoro di Hilda Solis, da sempre alleata dei sindacati oltre che strenua avversaria, in Congresso, del Central American Free Trade Agreement (CAFTA), ed una critica molto vocale dei modelli ortodossi di commercio estero. A questo aggiungete che il Segretario al Commercio designato, Bill Richardson, durante la campagna per le primarie aveva espresso sostegno al NAFTA ma anche ad un modello di commercio estero che riequilibri le disparità salariali tra Stati Uniti e partner commerciali.
Lo stesso Obama, in campagna elettorale, ha oscillato dalle tradizionali posizioni liberoscambiste billclintoniane ad improbabili richieste di rinegoziazione del NAFTA, oltre ad opporre resistenza all’accordo commerciale bilaterale con la Colombia. A questo quadro già molto eterogeneo va poi aggiunta la figura ed il ruolo del direttore del National Economic Council, Lawrence Summers, che nell’inner circle obamiano sarà quanto di più vicino ad un free-trader. Questa polifonia ricorda vagamente l’ultimo governo Prodi, ricatti e potere del capo a parte, s’intende. Confidiamo nel pragmatismo di Obama.