Nei prossimi mesi la Casa Bianca proporrà una serie di misure legislative e di repressione per ridurre evasione ed elusione fiscale, come annunciato dal Segretario al Tesoro, Timothy Geithner. Negli Stati Uniti si chiama tax gap, ed indica il buco di gettito fiscale prodotto dalla mancata compliance con il Tax Code. Ecco un tema che ci è familiare, e che sospettiamo sia correlato all’entità del deficit e debito pubblico. All’aumentare dei quali, i politici scoprono le virtù taumaturgiche della lotta all’evasione, pagare meno per pagare tutti e via sloganeggiando.
Curioso che l’annuncio provenga da chi è riuscito ad ottenere la conferma dal Congresso dopo essere stato scoperto evasore per 34.000 dollari di contributi al Medicare e alla Social Security, non pagati durante il periodo in cui era consulente esterno al Fondo Monetario Internazionale. Ma Geithner si è giustificato dando la colpa del misfatto alla complessità della normativa fiscale, che in alcuni punti appare oscura in merito all’individuazione del soggetto passivo d’imposta, oltre ad essere ormai pesantemente stratificata di minuzie normative che rappresentano un incentivo all’elusione. Questa considerazione deve fare riflettere sulla necessità di tornare al Tax Code reaganiano del 1986, un modello di semplificazione. “Non sprechiamo questa crisi”, giusto?