Ma chi ha mai detto che stimolando la raccolta si finisce con l’aumentare anche gli impieghi? Di certo non l'”economista mascherato” che bazzica dalle parti di Palazzo Chigi, e che ha espresso tre dubbi (anzi, tre dubbiozzi, come li definisce) sulla Banca del Mezzogiorno, formalizzandoli per 2+2. Premesse le condizioni di asimmetria informativa tra prestatori e prenditori, che restano del tutto inalterate con l’avvento della Banca del Mezzogiorno (assieme al mantenimento delle regole di Basilea 2, che probabilmente verranno presto accusate di remare contro un governo “eletto dal popolo”), vi segnaliamo quello che salta immediatamente all’occhio sul piano logico prima che su quello economico: credere, cioè, che basti ridurre il costo della raccolta per espandere il credito, livellandolo a quello di regioni del paese dove le condizioni ambientali sono meno rischiose. Un po’ come uscire dalle sabbie mobili tirandosi per i capelli, a ben vedere. E pensare che le banche meridionali operano da sempre con basso rapporto tra prestiti e depositi.
Scrive il misterioso Queequeg:
La minore onerosità di un certo tipo di provvista non determina ipso facto un aumento del livello degli impieghi a favore delle imprese. Con singolare eterogenesi dei fini, le banche potrebbero risultare alla fine le sole imprese a beneficiare del trattamento fiscale di favore dei Trem-bond. Quanto al differenziale tra i tassi praticati al Sud rispetto al resto del Paese, questo è in larga misura determinato dalle qualità specifiche delle imprese del Mezzogiorno caratterizzate più che altrove da fragilità finanziaria e patrimoniale, dalla dimensione piccola o molto piccola, dalla specializzazione in settori produttivi maturi a bassa intensità di capitale, dal forte peso del debito bancario sul fatturato. Tutti elementi questi che accrescono la rischiosità degli affidamenti nel Mezzogiorno in cui le condizioni di legalità e la diffusione della criminalità, come dimostrato in un recentissimo Occasional Paper della Banca d’Italia, influenzano negativamente il costo del credito e accrescono la diffusione delle garanzie reali. E’ di tutta evidenza che il ddl non influisce in alcun modo su questi aspetti dell’economia reale del Mezzogiorno.
Eh, chi l’avrebbe mai detto?
Update: le considerazioni di Michele Boldrin.