E’ ora di merenda, passami i cavoli

Notizia appena battuta dall’Ansa:

A far tremare gli operatori del turismo italiani non è tanto l’idea che possa flettere il numero di turisti che ogni anno va a Dubai quanto piuttosto il fatto che il crac di Dubai porterà ad un incremento del costo del petrolio a breve termine.
“L’aumento del costo del carburante – spiega il direttore di Federviaggio, Alberto Corti – è grave per il trasporto in generale e per quello aereo in particolare che ultimamente sembrava godere di un po’ di respiro grazie ad una stabilizzazione del prezzo del jet fuel (…)

Si, in effetti un crac immobiliare tende a produrre aumenti del prezzo dei carburanti perché, come noto, ogni default genera un boom economico, che a sua volta determina un aumento dei prezzi del carburante. A conferma di questa inusitata correlazione, un’altra testimonianza:

Preoccupata appare invece la presidente di Fiavet, la Federazione delle agenzie di viaggio, Cinzia Renzi. “Temiamo che questo crac abbia ripercussioni sul costo del carburante che, si tratti di aerei o di navi, va ad incidere inevitabilmente su quello complessivo di una vacanza.

Abbiamo risolto il problema delle crisi. Le recessioni aumentano il prezzo del petrolio. Bisogna preoccuparsi quando il Pil cresce troppo: è in quei casi che la disoccupazione tende a esplodere. Almeno secondo i tour operator italiani.

P.S. Oggi il greggio perde 3 dollari al barile, che alle quotazioni attuali sarebbe circa il 4 per cento. Il boom è giusto dietro l’angolo.

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