Quello qui sotto è il ritorno sull’investimento a dieci anni di alcuni indici azionari, tra emergenti, sviluppati e di paesi il cui mercato azionario presenta un bias verso le materie prime. A rigor di logica, su un arco temporale così esteso la performance nominale andrebbe deflazionata, ma essendo ad esempio l’indice russo espresso in dollari, e quello cinese espresso in una divisa in larga misura ancorata al dollaro medesimo, il risultato in termini reali non dovrebbe cambiare significativamente.
L’asse del potere economico si sposta verso Sud-Est, e questa non è una novità. Allo stesso modo in cui non è una novità constatare quale è il paese che performa sistematicamente peggio, anche negli indici azionari. Ognuno ha il “decennio perduto” che si merita.
