L’affondazione

Malgrado il monito di Massimo D’Alema, che nella riunione della direzione di sabato scorso aveva invitato a non disperdere le sedi di riflessione, cioè ad evitare la proliferazione di fondazioni e associazioni (eccetto la sua, ça va sans dire), nasce l’ennesimo think tank nella cacofonia del dibattito politico italiano.

Si chiamerà “Democratica”, e sarà presieduta da Walter Veltroni, con un comitato scientifico presieduto da Michele Salvati, che apporterà al progetto l’expertise della sua “Scuola di Politica”, dopo aver superato gli iniziali dubbi circa il fatto che Democratica potesse essere l’ennesima corrente mascherata (ma va?): salva la forma, la nuova fondazione si occuperà soprattutto di “formazione”, oltre che di studio e confronto. In pratica, produrrà convegni e brochures, tentando di punzecchiare la segreteria del Pd ed il Lider Massimo.

“E’ un fatto positivo – spiega il senatore Giorgio Tonini – è stato chiarito ancora una volta che l’intenzione non è creare una sub-corrente fittizia sotto mentite spoglie ma il contrario”. Che detta così è un po’ criptica: significa forse che l’intenzione è quella di creare veridiche spoglie sotto una sub-corrente autentica?  Pare comunque che il pilastro dell’elaborazione sarà il Lingotto, dove l’ex segretario Pd annunciò la sua candidatura alla guida del Pd. Quindi, par di capire, vocazione maggioritaria e non coalizioni-ammucchiata, innovazione, partito aperto, rivolto alle nuove generazioni e che non si attacca al lavoro del vostro dentista. Battesimo ufficiale della fondazione previsto per il 20 maggio.

E’ interessante, oltre che curiosa, questa dicotomia tra un florilegio di fondazioni, da un lato, e il credere-obbedire-combattere fatto governo dall’altro. Tra alcune presunte e pretese “analisi” ed uno stile nord-coreano fatto di amore ed attacchi ad hominem basati su argomentazioni prepolitiche, quali ad esempio l’invidia. A sinistra, di guerre per bande elaborazioni teoriche e cripto-correntizie ce ne sono anche troppe: è a destra che sono diventati neo-comunisti ed hanno entusiasticamente adottato il centralismo democratico col rinforzino dalla character assassination.

A giudicare dal numero di fondazioni, dovremmo essere il paese con la più avanzata elaborazione politico-culturale del pianeta; osservando la qualità del dibattito pubblico pare accada l’opposto, come realizzano quanti non vivono sotto il costante influsso del fungo allucinogeno fatto di rassegne stampa, editoriali, teatrini tivù e minzolinate assortite. Il reality-Italia prosegue, trotterellando verso il baratro.

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