- Iniziata ufficialmente la stagione degli uragani, si comincia con Alex (gli eventi sono battezzati con la sequenza delle lettere dell’alfabeto), che per ora è ancora tempesta tropicale, già pronti sul Pacifico Darby e Celia. Non è dato sapere che potrà accadere quando un uragano si troverà a passare sopra la maledetta chiazza petrolifera sul Golfo del Messico;
- Il Senato americano ridimensiona il mini-pacchetto di stimolo, eliminando l’ennesima proroga ai sussidi di disoccupazione. Da oggi 1,3 milioni di persone sono senza reddito di sostegno, saliranno a 2 milioni il mese prossimo. In una economia che ha ormai una quota “italiana” di disoccupati di lungo termine e che non crea nuovi posti di lavoro al passo che ci si attenderebbe, l’esito non sarà piacevole;
- Per la serie “governare è un inferno”, ecco una nuova tendenza globale: le corti costituzionali che si mettono di traverso in materia economica. Dopo l’Islanda sui debiti dei residenti denominati in valuta estera, ecco l’inviolabilità ed intangibilità degli assegni pensionistici romeni. Attendendo la corte suprema greca, per i creditori mala tempora currunt;
- La sinistra decrepita che ci meritiamo: un giovane e capace giornalista denuncia il conservatorismo della Cgil e dei suoi intoccabili totem, quelli che lasciano sul lastrico i giovani con titolo di studio elevato. Ah, poi dite che il Fatto è popolato di comunisti, mi raccomando;
- L’inverecondo turbinio di poltrone in conflitto d’interesse, prassi che l’attuale governo sta portando a ineguagliate vette, con la creazione di una vera e propria casta di membri di Autorità: la possibilità di vedere un Masi alla guida dell’Antitrust senza soluzione di continuità rispetto alla direzione generale Rai, nel solco del salto di liana in liana di Giancarlo Innocenzi, da Mediaset a Forza Italia all’Agcom, o il conflitto d’interesse “a testata multipla” di un Resca spiegano plasticamente i motivi del degrado civile di questo paese, in un inviluppo tribal-clanistico che neppure le satrapie centrafricane hanno mai raggiunto. E questi si dicono “liberali”, senza preventivamente sciacquarsi la bocca con varechina;
- L’approccio amichevole di Bossi nei confronti di Napolitano serve a mandare a Berlusconi il messaggio che i ribaltoni sono sempre possibili, come nel ’94, pur di legiferare per questo fantomatico federalismo. Se mai dovessimo arrivare ad un esito di questo tipo per evitare elezioni anticipate, il Senatur apprezzerà il fatto che l’Italia è ancora una repubblica parlamentare, malgrado tutto;