Una delle eredità peggiori che il berlusconismo lascerà alla storia patria è la demonizzazione maccartista dell’avversario politico. Non che in questo ci sia qualcosa di originale, peraltro: la specialità della sinistra è sempre stata quella di vedere trame golpiste ad ogni angolo di strada. Ma per quello che doveva essere “il partito dell’amore”, essersi ridotti a scimmiottare i trinariciuti non è esito di cui andare fieri.
Prendete il caso delle querele giunte a il Legno Storto, di cui abbiamo detto. La vicenda ha dato fiato alle trombette del peggior anticomunismo ossessivo-compulsivo che si trovi oggi in un paese che passa le proprie giornate a rimirarsi in uno specchio deformante. E così, può capitare di leggere dardeggianti note in difesa dei querelati, finiti “sotto il tiro incrociato di magistrati rossi“, che poi sono anche “quelli che hanno ucciso Eluana Englaro“. Deliri a parte, basterebbe prendersi la briga di andare a controllare, e si scoprirebbe che Luca Palamara è di Unità per la Costituzione, mentre Piercamillo Davigo è di Magistratura Indipendente. Le due correnti più moderatamente destrorse della magistratura associata italiana. Ma questi sono dettagli, in un paese assediato da comunisti. In questi giorni si è finanche suggerito che un magistrato mai dovrebbe sporgere querela, perché il caso verrebbe incredibilmente trattato non dal tabaccaio sotto casa ma da un altro magistrato, con annesso conflitto d’interessi.
Per capire che i magistrati sono anche esseri umani, potrebbe essere utile andare a rileggersi questa intervista dello scorso anno di Claudio Sabelli Fioretti proprio a Davigo. Da essa si apprende che il consigliere di cassazione a inizio carriera fece arrestare 29 persone sulle 30 che componevano l’ufficio Iva di Pavia, che è persona incline alla richiesta di risarcimento danni (perché pare attrarre su di sé attacchi tanto sguaiati da risultare diffamatori anche ai più incalliti libertari), con i proventi dei quali sostiene la domanda aggregata, e che del pool Mani Pulite era per molti aspetti l’ala destra, almeno secondo le pittoresche iperboli di Francesco Cossiga. Ma sappiamo bene che in questo sciagurato paese il numero di comunisti è in vorticoso aumento. Se poi qualcuno scoprisse che anni addietro La Russa, per conto di Fini, offrì a Davigo un posto da ministro, avremmo la pistola fumante. Dell’intervista di Davigo, in questi giorni di alti lai contro la “libera stampa”, suggeriremmo in particolare questo passaggio:
«In America i procuratori distrettuali dei singoli Stati sono espressione dei partiti. Ma nessuno si sogna di dire: “Ce l’ha con me per ragioni politiche”. E se un giorno un imputato islamico rifiutasse giudici cristiani? E se un imputato nero rifiutasse un giudice bianco?»
Com’è complessa la vita, a volte.