Dunque, riepilogando: quando arriva Gheddafi a Roma col circo a tre piste e le hostess convertende e ci informa che l’Islam colorerà di verde l’Europa siamo tutti iperrealisti, la Libia è un grande e pacifico regime, stabilizzatore di Africa, Medio Oriente, Quarto Oggiaro e Centocelle.
Ma quando una donna indossa il burqa in un asilo di Sonnino (e dopo aver immediatamente accreditato, senza riscontro alcuno, la tesi dei netturbini mattacchioni che volevano assassinare il papa) scomodiamo Huntington, le faglie, lo scontro di civiltà, i sorseggiatori di brunello, la sinistra radical chic, e Silvio nostro che guida la rivoluzione reaganiana e occidentalista contro i finiani amici di Bin Laden. E’ tempo, ed è pure urgente, di far tradurre in italiano diffondere anche in Italia questo saggio, in particolare un passaggio:
«While liars need to know the truth to better conceal it, bullshitters, interested solely in advancing their own agendas, have no use for the truth»
Aggiungeremmo che la complessità del tempo che viviamo tende ad agevolare la proliferazione di bullshitters. Soprattutto in Italia, pare. E’ però bizzarro che da destra si continui a prendere per i fondelli i poveri piddini, vittime delle loro eterne dissonanze cognitive. Pare un po’ il bue che dice cornuto all’asino.
(HT per la segnalazione del prezioso libello: Michele Boldrin)