Christine Lagarde diventerà il nuovo direttore generale, perpetuando la tradizione che vuole non tanto un europeo quanto un francese a ricoprire quel ruolo, ed i paesi emergenti otterranno una revisione delle quote e diritti di voto, che ne certifichi il maggior potere economico. La transizione è in atto, il baricentro si sposta da Nord e da Ovest verso Sud ed Est. Sempre che il Fondo Monetario Internazionale riesca a sopravvivere alla ristrutturazione della periferia dell’euro. Quanto è remota la stagione del Washington Consensus – quello che spiegava ai paesi emergenti come stare al mondo, forzandoli di fatto ad accumulare riserve valutarie puntando su un modello economico basato sull’export e sul peg ad un dollaro in indebolimento. Ora, istituzioni sovranazionali tipicamente occidentali devono presiedere al declino dell’Occidente, sotto il peso del debito, mentre sorge il sole del Beijing Consensus, ammesso che Pechino non imploda sotto il peso delle proprie stesse contraddizioni. Grande è la confusione sotto il cielo dell’economia, ma la situazione è tutt’altro che eccellente.
FMI, finirà così
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