Anche a seguito di una robusta discussione su Twitter, alcune riflessioni in ordine sparso sulla casta.
- Se il “precario licenziato” esiste realmente (e non abbiamo motivo di dubitarne, mentre altri si), spiace e perplime che queste cose le dica solo ora, e non prima;
- Tuttavia, dice cose non realmente inedite, né che non si potessero reperire nelle collezioni di libri di Rizzo & Stella, o di Mario Giordano;
- Molti dei benefit citati (tariffe cellulari, auto) sono convenzioni corporate facilmente rinvenibili nelle offerte delle aziende private italiane ai propri quadri e dirigenti;
- Ma va bene lo stesso l’indignazione, per carità. A patto di non perdere di vista il bersaglio grosso: gli abominevoli rimborsi elettorali. E’ quello il vero bubbone da incidere;
- Per le voci retributive immediate e differite dei parlamentari basterebbero poche cose, quali:
- Indicizzazione delle pensioni dei parlamentari ai contributi effettivamente versati, come per tutti i comuni mortali;
- Fornitura diretta di servizi di segreteria da parte della Camera di appartenenza, come già avviene nel Parlamento Europeo, e non in “busta paga”. Chiaramente, appalti pubblici per le gare di fornitura.
Occhio al bersaglio grosso ed ai diversivi, o tutta questa schiuma popolare non servirà neppure per farci la birra.