Come diceva Franco Battiato, il tempo cambia molte cose nella vita:
La parafarmacia è “una curiosa terza via all’italiana”. Lo ha dichiarato il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio, intervenuto su Radio 24 per rispondere all’appello lanciato dai titolari delle parafarmacie al presidente del Consiglio Berlusconi. “Il disegno di legge Gasparri-Tomassini vuole solo razionalizzare l’offerta dei farmaci. Ci devono essere sia le farmacie sia la grande distribuzione”. Quanto alle parafarmacie, “cos’è questa terza via? Spesso – ha rilevato Fazio – è un modo per trasformare sottobanco la parafarmacia in farmacia. Sono sistemi all’italiana che non servono a nessuno”. Per razionalizzare, ha proseguito, “abbiamo creato un tavolo comune al ministero ma le parafarmacie sono restie a mettersi in discussione. Anzi – ha affermato – mi risulta che da quando abbiamo istituito il tavolo si aprono 3-4 parafarmacie al giorno tutte ad opera di farmacisti che sperano di aprire una seconda farmacia. Sono cose all’italiana ridicole”. Insomma, ha concluso Fazio, ”non vorrei avere strutture che servono come porta d’ingresso surrettizia per diventare farmacie” (Ansa, 22 aprile 2009)
Un emendamento per trasformare oltre tremila parafarmacie in vere e proprie farmacie in modo da recuperare un miliardo nella manovra finanziaria. E’ un’ipotesi, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, sulla quale starebbe lavorando un gruppo di parlamentari del Pdl per reperire nuove risorse nella finanziaria. La proposta – viene spiegato – prevederebbe un esborso volontario di circa 300 mila euro per le oltre tremila parafarmacie italiane per ottenere una licenza di vendita dei farmaci. ”E’ una liberalizzazione volontaria ma al momento resta un’ipotesi su cui stiamo lavorando”, spiegano fonti di maggioranza (Ansa, 1 settembre 2011)
In pratica si distrugge l’asset intangibile della autorizzazione all’esercizio della farmacia, per chi ne ha una, aumentando l’offerta con un tratto di penna. Non che ci sia qualcosa di male in ciò. A parte per i farmacisti, s’intende. Ma la mutazione genetica di questa cosiddetta maggioranza, nel corso della stessa legislatura, è impressionante. E ora sono tutti cavoli dei lettori del Giornale e di Libero, alle prese con queste orwelliane dissonanze cognitive.