Allegri, il peggio deve ancora venire

Mentre il Centro Studi Confindustria (CSC) mette il carico sulle stime di cosiddetta crescita italiana per il 2012 (solo lo 0,2 per cento), e mentre il Foglio se la prende con la sciura Emma (che da ben cinque giorni sta mantenendo la stessa posizione, facendoci chiedere se stia bene) con l’ennesima citazione di Paul Krugman, ormai divenuto nume tutelare del giornale, anche l’Ue, per bocca del commissario agli affari economici e finanziari Olli Rehn, esprime una prima valutazione sulla manovra italiana.

La Commissione Ue “non si attende nessun impatto sul Pil di quest’anno dal pacchetto di consolidamento” approvato dal governo italiano, pertanto la domanda sul bisogno di nuove misure “è pertinente”, tenendo conto della revisione al ribasso sulle prospettive di crescita.

“Procederemo ad una valutazione completa nelle nostre previsioni annuali (che saranno presentate il 10 novembre) che copriranno gli  anni 2012 e 2013”, ha precisato Rehn. Secondo le previsioni pubblicate oggi, nel secondo semestre dell’anno la ripresa in Italia si fermerà e su base annua il Pil crescerà dello 0,7% (contro l’1% stimato lo scorso maggio).
Nel terzo e quarto trimestre dell’anno, secondo Bruxelles, la crescita sarà pari a zero.

Orbene, la domanda sorge spontanea: secondo voi, se il secondo semestre del 2011 non sarà interessato da alcun effetto restrittivo causato dalla manovra e malgrado ciò la nostra crescita di periodo sarà a zero, c’è forse qualche motivo di preoccuparsi quando le misure depressive appena votate dalla maggioranza andranno a regime? Si, vero? O forse no, perché per quella data sarà in corso una poderosa ripresa globale, che solleverà anche il relitto italiano dal fondale in cui è incagliato. Troppo ottimistico?

E quanto alle stime sul fisco, secondo il Centro studi di Confindustria quest’anno la pressione fiscale raggiungerà il 42,8% e l’anno prossimo salirà al 44,1%, oltre il massimo storico del 43,7% toccato nel 1997 per l’entrata nell’euro. Il momento pare quindi opportuno per un bell’amarcord di esattamente quattro anni addietro:

«Il 30 agosto Prodi annuncia al Giornale Radio che taglierà le tasse, ieri a Porta a Porta il taglio sparisce ed esce fuori la promessa che le tasse non aumenteranno. Di questo passo, ad ottobre Prodi aumenterà le tasse, giurando e spergiurando che l’aumento sarà comunque più  basso del previsto. Ci chiediamo: quanto può andare avanti un governo che agli italiano dice solo bugie salvo ritrattarle ogni due settimane?». Lo afferma il portavoce di Silvio Berlusconi, l’on. Paolo Bonaiuti (Ansa, 18 settembre 2007)

Sostituite “Prodi” con “Berlusconi” e Bonaiuti con chi volete voi, e riuscirete forse a comprendere perché in Italia abbiamo la macchina del tempo parcheggiata sotto casa, rigorosamente in doppia fila. E sudditi completamente privi di memoria, sia di breve che di lungo termine. E’ il segreto del nostro insuccesso.

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