Vi è gentilmente offerto dal capoeconomista dell’Ocse, Pier Carlo Padoan. Il quale, parlando alla trasmissione “L’economia in tasca” del Gr Rai, ha dichiarato che il programma di intervento della Bce
«sui titoli di stato si è dimostrato in passato estremamente efficace, secondo l’Ocse dovrebbe essere ripreso e potenziato»
Prego?
Padoan deve aver rapidamente rimosso il fatto che gli acquisti della Bce nell’ambito del Securities Markets Program avvenivano con un braccino cortissimo, in mezzo a crescenti e vocali polemiche tedesche, e in nessun caso hanno prodotto effetti rilevanti. Non hanno ad esempio impedito a Grecia, Irlanda e Portogallo di finire in assistenza sovranazionale, né hanno impedito agli spread italiano e spagnolo di salire a livelli drammatici, tra agosto e dicembre dello scorso anno, prima dell’arrivo delle due aste LTRO della Bce. E peraltro, neppure hanno impedito una progressiva perdita di liquidità nei mercati interessati, come misurato dal differenziale in allargamento tra prezzi in acquisto ed in vendita (il cosiddetto bid-offer spread).
Quindi, se Padoan aveva in mente di invitare la Bce a prendere una posizione molto aggressiva, in caso di uscita della Grecia dall’euro, comprando a piè di lista Btp e Bonos, forse sarebbe stato meglio esplicitarlo, senza questi arabeschi argomentativi che trasmettono solo l’impressione che i cosiddetti “esperti” abbiano completamente perso la bussola, ammesso e non concesso di averla mai avuta. Perché la diplomazia è un’arte, ma il senso del ridicolo dovrebbe essere un istinto.