Risposta a S.E. On.Prof. Antonio Martino

Eccellenza Illustrissima,

relativamente alle Sue pacate, strutturate e circostanziate osservazioni, nell’ordine:

1. L’Italia performa meglio quando si trova sotto pesanti vincoli esterni. Questo è un dato difficilmente confutabile, basta guardare la storia, recente e no, del nostro paese. E “vincoli esterni” non significa “imposti da un altro paese”, ovviamente. Non è ancora venuto il momento di salire in montagna con le armi, si rassereni;

2. Prendiamo atto che per Lei il ritorno alla lira non servirebbe per attuare svalutazioni competitive, come infatti  mai è accaduto nella storia del Paese quale valvola di sfogo alla mancanza di iniziative riformistiche. Anzi, ci informano che Lei ha pronto un piano per agganciare irrevocabilmente la lira all’euro, e per aumentare credibilità avrebbe pure deciso un virile currency board, anziché delle effeminate bande di oscillazione. Perché il Suo patriottismo vuole rivedere la lira, ma senza le scorciatoie che tale ritorno determinerebbe, e che sono invece invocate a gran voce da tutti gli altri;

3. “Il governatore della banca centrale risponde delle sue azioni ad un governo democratico”. Certo, come infatti accadeva in Italia per la figura del governatore della Banca d’Italia fino ad Antonio Fazio: eletto a vita, di fatto inamovibile né tenuto a giustificare le proprie scelte a chicchessia, come dimostrano i niet opposti a banche che andavano in pellegrinaggio a Palazzo Koch per chiedere di compiere acquisizioni. E più non dimandare. Una accountability piuttosto angusta, Lei non trova?

4. Sicuramente i liberali sono contrari alla monetizzazione del debito. Tutti quelli che invocano il ritorno alla lira associano tale richiesta al concetto di monetizzazione. Lei non lo fa, meglio così. Perché Lei vuole, come detto, il ritorno alla lira solo per poter rivedere quelle vecchie, care, democratiche banconote e la loro grafica. Peraltro, Lei (o una sua controfigura) mesi addietro dichiarava pubblicamente “abbiamo l’euro, teniamocelo”. Ed un’altra delle Sue vocali controfigure, a settembre dello scorso anno, difendeva la moneta unica con argomentazioni ineccepibili: “La ragion d’essere della moneta unica è infatti quella di sottrarre sovranità monetaria agli Stati nazionali, che negli anni passati ne hanno fatto cattivo uso finanziando la spesa pubblica con l’inflazione” Ma questo accadeva prima che il suo Nume cambiasse idea, evidentemente. Ed ora sappiamo che, con l’eventuale ritorno alla lira, queste svalutazioni non potrebbero comunque avvenire, perché Lei ed i liberali ce lo garantite solennemente. Ah, tacciamo per carità di patria (oppure in nome di “Iddio”, a seconda dei gusti) di segnalare che quella intervista conteneva una sesquipedale idiozia come prevedere un “euro forte” a seguito di un’inesistente azione di monetizzazione della Bce che avrebbe causato inflazione. Certo, come no.

5. La spesa pubblica si riduce attraverso riforme e non manovre. Sacrosanto. Il governo Monti ha pesantemente riformato gli entitlements pensionistici, ad esempio. Ma, come noto, anche in questo caso il ritorno alla lira non servirebbe per fare riforme ma solo per rivedere quelle vecchie, care, democratiche banconote e la loro grafica (come sopra). Quanto al conteggio delle vette e di alcune parti anatomiche, abbiamo perso il conto. Forse per nostra insipienza, non avendo noi mai studiato a Chicago.

Per chiudere, alcuni umili e disinteressati suggerimenti di carattere generale:

  1. Mai seguire la tessera numero uno di Forza Italia perinde ac cadaver: si finisce col perdere credibilità;
  2. Quando ci si sciacqua la bocca con varechina, non ingerire. Gli effetti collaterali potrebbero rafforzare la già vistosa tendenza alla coprolalia;
  3. Quando si esce nelle ore più calde della giornata, in questa stagione, coprirsi accuratamente il capo. Anche un cappellino militare andrà benissimo;
  4. Mantenere la mente in esercizio. E qui diremmo che ci siamo già.

Con riverenti ossequi.

Aggiornamento del 4 luglio 2014Per fatto personale.

martino_carte

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