Troncare e sopire, edizione Merkel

Come scrive l’inevitabile Spiegel, e come del resto avevamo percepito da tempo, pare che Angela Merkel abbia deciso che un’uscita della Grecia dall’euro avrebbe effetti catastrofici su tutta l’Eurozona (ma va?). Di conseguenza, il piano di lavoro della Cancelliera sarebbe: prendere tempo, evitare nuovi esborsi “ufficiali” e “massaggiare” gli obiettivi del secondo salvataggio per mostrare che lo scostamento greco è nel complesso tollerabile. Nel breve termine ciò può accadere, ma a cosa corrisponde la nozione di breve termine?

Intanto, è già confortante il fatto che Merkel abbia scoperto che esiste un effetto contagio potenzialmente molto ampio proveniente anche solo dalla minaccia di uscita di un paese dalla moneta unica. Sarebbe opportuno spiegarlo anche all’opinione pubblica tedesca ed ai suoi opinion leader, e mettere in evidenza che proprio il martellamento sulla fattibilità di una uscita/espulsione della Grecia è alla base di quel “premio di convertibilità” che ha prodotto l’iniziativa di Mario Draghi. Il che, come contrappasso per l’inflessibile austerità tedesca, non è stato niente male, e giustifica appieno l’isteria di ampi settori dell’intellighenzia tedesca.

Ecco, quindi, come suggerisce Alphaville, che la Troika potrebbe e dovrebbe scoprire uno scostamento “trascurabile” ai conti greci, magari giustificato con il rapporto deficit-Pil corretto per il ciclo economico (altra scoperta dirompente). Alla fine, al mercato potrebbe giungere il messaggio che il percorso di rientro esiste e lotta insieme a noi, ma se i tempi slittassero causa “forza maggiore”, non vedremmo il cielo squarciarsi e da esso discendere torme di angeli sterminatori nibelungici. Bene. ma fino a quando?

Obiettivo di Merkel è arrivare evidentemente alle elezioni tedesche senza farsi arrivare addosso il mondo. Ma alle elezioni tedesche manca ancora una vita, e non siamo per nulla certi che i mercati attendano in standby tra le altre cose anche la capitolazione della Spagna, altro paese che ha interesse convergente ad arrivare in primavera senza finire sotto memorandum.

Altro tempo comprato, quindi, ma per fare cosa? L’obiettivo delle elezioni e della formazione di un governo “da tempo di pace” sta diventando sempre più irrealistico. Tra alcuni mesi potremmo scoprire che la Germania, per esercitare il proprio ruolo di egemone continentale, non può prescindere da una Grosse Koalition.

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