Nel mese di ottobre, il numero di disoccupati spagnoli registrati presso l’agenzia statale per l’occupazione è aumentato di altre 21.200 unità, toccando i 4,8 milioni, nuovo massimo storico dall’inizio delle rilevazioni per questa serie storica, nel 1996. Nel contempo, il numero di persone che contribuiscono al sistema di sicurezza sociale (un indicatore affidabile dell’occupazione totale) è calato di 50.600 unità, a 16,7 milioni di persone.
Un’altra statistica, alternativa a quella di disoccupazione registrata, è il sondaggio EPA (Encuesta de Poblacion Activa), pubblicato su base trimestrale, che ha toccato al 30 settembre un totale di 5,9 milioni di persone senza lavoro, pari al 25,5 per cento della forza lavoro. Se vi state stancando di leggere dati che apparentemente vi dicono poco e nulla e si riferiscono in modo schizofrenico allo stesso concetto producendo numeri ogni volta differenti, fate un altro piccolo sforzo e continuate la lettura.
Negli ultimi 12 mesi, il sistema di sicurezza sociale ha perso 622.100 contributori, cioè persone che versano soldi alle casse pubbliche. Il sistema ha perso così il 3,6 per cento dei propri partecipanti negli ultimi dodici mesi, e addirittura il 14,1 per cento dal picco di dicembre 2007. Il costo totale dei sussidi di disoccupazione, a settembre di quest’anno, è calato del 2,3 per cento mensile, a 2,6 miliardi di euro, ma nei primi nove mesi di quest’anno si trova a 23,7 miliardi di euro, il 5,9 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il governo spagnolo, per quest’anno, ha messo a bilancio un aumento dei sussidi del 4,5 per cento.
Sintesi: il saldo della sicurezza sociale spagnola (e quindi il deficit pubblico) potrebbe sforare di 2 miliardi entro fine anno, malgrado il fatto che un numero crescente di persone sta finendo il periodo di fruizione dei sussidi e smetterà di gravare sui conti pubblici, forse uscendo dal mercato del lavoro e cominciando una drammatica lotta per la sopravvivenza.
Una probabile conseguenza: il governo spagnolo, nella prossima manovra correttiva, potrebbe ridurre ulteriormente le coperture di disoccupazione, in livello e/o periodi di fruizione, per evitare sforamenti dal budget. In questo caso, viste le condizioni del mercato del lavoro e più in generale dell’economia spagnola, finirà col privare di mezzi di sussistenza un numero crescente di persone.
Una domanda: questo secondo voi è un esempio di spesa pubblica incoercibile, di “grasso” da asciugare, di bestia da affamare?
Una considerazione: se siete tra quanti pensano che l’azzeramento dei sussidi di disoccupazione servirà a costringere a trovarsi un lavoro ed a smettere di essere choosy molti soggetti che “poltriscono” sulle protezioni di welfare, significa che di questa crisi avete capito nulla.