Due per mille, facciamo progressi

Poiché serve denunciare le porcate, è parimenti utile segnalare i correttivi alle medesime (sempre che restino in essere e non vengano successivamente smantellati da qualche “interpretazione autentica”), e ci corre quindi l’obbligo di segnalarvi che l’ultima versione del ddl governativo approvato venerdì scorso ora prevede che ai partiti vada solo il 2 per mille esplicitamente destinato dai cittadini, mentre tutto l’inespresso resterà allo stato. Fissato inoltre il tetto di 61 milioni di euro alle erogazioni ai partiti attraverso scelta esplicita sul due per mille.

Riguardo le donazioni private, la detrazione d’imposta è al 52 per cento per somme comprese tra 50 e 5.000 euro e scende al 26 per cento per erogazioni tra 5.000 e 20.000 euro, mentre continua a non esserci tetto alle donazioni, anche se quelle eccedenti i 20.000 euro non avranno beneficio fiscale. Nel complesso, e fermo restando che il ddl ha di fronte a sé a un percorso lungo, tortuoso e ad altissimo rischio di insabbiamento, ci pare che siano stati fatti progressi verso una soluzione più liberale e “competitiva” del finanziamento dei partiti. A questo punto, la domanda sorge naif e spontanea: perché non correggere anche l’inaccettabile distorsione dell’8 per mille? E per favore, non rispondete che esiste un problema concordatario.

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