Ovvero, cose che accadono a tecnici prestati alla politica: diventano rapidamente strabici e tendono a recitare a soggetto con la stessa frequenza dei politici di professione, ma con un effetto straniante garantito.
E’ il caso (indovinato dall’introduzione?) di Fabrizio Saccomanni:
Feelings, nothing more than feelings – “Abbiamo forti indicazioni che nel quarto trimestre l’economia italiana abbia ripreso a crescere”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni al Forum economico mondiale. “So che le stime di Ue e Bankitalia sono inferiori, ma è così perché i loro modelli non tengono conto di alcuni fattori come il rimborso dei debiti delle pa verso le imprese” (Ansa, 23 gennaio 2014)
In effetti, la crescita è stata dello 0,1% trimestrale, almeno secondo la prima stima Istat, suscettibile di revisione. Il fatto che i dati successivi relativi alla manifattura in dicembre (mese che dicono faccia parte del quarto trimestre) abbiano mostrato contrazioni inquietanti è solo un dettaglio, diciamo. E comunque il problema sono i modelli econometrici (altrui) che ignorano alcuni fattori.
Potrebbe piovere – “E’ probabile che le stime della commissione europea (sulle previsioni economiche del prossimo 25 febbraio ndr) saranno più negative di quelle che abbiamo formulato noi, anche se più positive di quelle che la Commissione pensava qualche tempo fa”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, a margine dell’Ecofin (Ansa, 18 febbraio 2014)
Made in Italy – “La ripresa della seconda parte del 2013 è dovuta a misure che abbiamo adottato noi, è ‘homegrown'”: così il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni in conferenza stampa a margine dell’Ecofin (Ansa, 18 febbraio 2014)
In effetti, essendo noi sistematicamente laggard rispetto alla media dei paesi con i quali ci confrontiamo, non c’è dubbio che questa sia una ripresa all’italiana, cioè una ossimorica crescita recessiva.
Il mondo l’abbiam chiuso fuori con il suo casino – “La crisi dei Paesi emergenti è la conferma che esistono mercati dei capitali che gestiscono volumi molto ingenti e che si muovono allo stesso tempo a seconda di aspettative sull’andamento dei tassi di interesse e dei tassi di cambio e che provocano fasi acute di volatilità”, ha detto il ministro, aggiungendo poi “l’Italia non vedo cosa c’entri” (Ansa, 27 gennaio 2014)
How fragile we are – “Le recenti turbolenze finanziarie sui mercati emergenti come conseguenza di fattori globali e di condizioni locali, mostrano che la ripresa mondiale è ancora fragile” (Ansa, 19 febbraio 2014)
Abbiamo inventato i modelli econometrici umani ad altissima frequenza: cambiano idea ad ogni pié sospinto, soprattutto durante crisi di governo homegrown.
Non chiamateci, chiameremo noi – “Ho già detto che ci rifletterò se me lo chiedono”: ha risposto nuovamente così il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, a chi gli chiedeva se fosse disponibile ad entrare nel nuovo governo. Il ministro, a margine del consiglio dei governatori dell’Ifad, ha comunque ribadito di non essere stato finora contattato (Ansa, 19 febbraio 2014)
Forse è vero che in via XX Settembre ora serve un politico e non più un tecnico. Almeno il casting è un po’ più affidabile.